C’erano anche 28 bambini tra i tanti occupanti abusivi del grande palazzo in via Calvi, a Palermo. Sono stati tutti sgomberati nella giornata di ieri. Adesso, oltre alla porta murata, di loro, nello stabile a pochi passi dal punto dove trovarono la morte il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie e l’uomo della sua scorta, non c’è traccia. Resta un garage pieno di mobili, materassi e una culla. Restano, sotto il porticato, le canadesi in cui i disperati hanno passato la notte.

“Nessuno ci ha aiutati – dicono – ci hanno abbandonati a noi stessi, senza un tetto sopra la testa. Solo un sacerdote, il parroco della chiesa di Santa Lucia, ha portato dei viveri”. Attendono speranzosi davanti all’ingresso di Palazzo delle Aquile, speranzosi di avere un incontro con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per chiedere lumi sul loro futuro, risposte.

E di risposte, qualcuno, dovrà darne, in luogo di un’emergenza abitativa, che, a prescindere dal caso specifico, a Palermo c’è.  Risposte sul fatto che, come confermato anche dalle forze dell’ordine, due appartamenti nello stabile fossero allacciati all’Enel con regolare contratto, o sul perché alle famiglie, che avevano spostato in via Calvi anche la propria residenza, venisse regolarmente inviata la cartella della Tares.

Aggiornamento: Prosegue il sit in degli ex occupanti dello stabile nei pressi di piazza Croci, al numero 11 di via Pasquale Calvi. Le tante famiglie fatte evacuare dal palazzo sono riunite da stamattina sotto alla finestra del sindaco, Leoluca Orlando, nella speranza, finora vana, di avere un incontro. “Non può continuare a ignorarci” dicono mentre attendono.

Intanto a dar loro manforte sono arrivati i centri sociali, con componenti dei collettivi Anomalia ed Ex Carcere, a formare un capannello di un centinaio di persone, sceso in strada a bloccare per qualche minuto piazza Vigliena. GUARDA IL VIDEO