Tra dimissioni, telefonate e sfiducia | Il ministro Cancellieri risponde in Parlamento

di Alessandro Amato

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Tra dimissioni, telefonate e sfiducia | Il ministro Cancellieri risponde in Parlamento

| martedì 05 Novembre 2013 - 07:10

Un discorso difficile. Un argomento complicato e delicato allo stesso tempo quello che Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, dovrà affrontare in Parlamento. Il ministro dovrà spiegare le sue azioni e chiarire la sua posizione in merito al trasferimento agli arresti domiciliari di Giulia Ligresti.

Giornata globalmente complessa nei palazzi romani. Non sarà solo il ministro della Giustizia a passare una lunghissima giornata. Il Pdl ha dichiarato da subito la sua difesa per il ministro Cancellieri, ma certo non sono mancati parallelismi e accostamenti con le vicende di Silvio Berlusconi. La vicenda di Ruby e dell’intervento dell’allora premier sembrano essere quindi facilmente accostabili, ma nonostante alcune prime rapide battute per il resto tutto tace dalle parti di Palazzo Grazioli.

Le opposizioni

Al contrario sono molto forti le reazioni delle opposizione. Per il Movimento 5 Stelle il primo passo è stato, infatti, depositare una mozione di sfiducia individuale per il Guardasigilli. La ragione dell’atto promosso dai parlamentari a 5 stelle si concentra sul comportamento del ministro Cancellieri. Le telefonate fatte dal Guardasigilli sul caso di Giulia Ligresti, risultano per i 5 Stelle quanto meno inopportune, ma non solo. Secondo il movimento guidato da Beppe Grillo “La spiegazione del ministro non è da ritenersi pienamente soddisfacente nella ricostruzione fornita in sede di interrogatorio a cui è stato sottoposto lo stesso ministro lo scorso 22 agosto”.

Più complessa la situazione in casa Dem

Le posizioni all’interno del Partito Democratico hanno portato a lunghi e articolati dibattimenti sulla questione, ma infine sembra che la linea seguita dal Pd sarà quella indicata dal responsabile Giustizia, Danilo Leva: ” Niente processi sommari o strumentalizzazioni, ,ma non sono ammissibili minimizzazioni”. Ma nel  partito democratico è forte la richiesta di un serio e profondo dibattito sulla questione Cancellieri. E le sofferenze non arrivano solo dalla Leopolda.

Lo stesso Matteo Renzi ha però taciuto. Sembra però che le posizioni siano coperte. “Dimissioni subito” richieste da Ernesto Carbone e la difesa di Dario Nardella del Guardasigilli.  Tra i democratici la voce più alta è quella si Paolo Gentiloni “I suoi rapporti con la famiglia Ligresti -spiega – avrebbero dovuto suggerire (alla Cancellieri, ndr) maggiore prudenza, soprattutto in occasione della prima telefonata. Ecco perché il ministro deve venire in Parlamento, senza troppa indignazione, a chiarire la situazione”, ha spiegato.

I democratici voteranno la sfiducia?

No. Non sembra una delle possibili strategie che il Pd potrebbe mettere in campo. I ministri del governo e lo stesso Letta sarebbero a quel punto in grande difficoltà a sostenere un ministro del governo sfiduciato dalla loro stessa parte politica. Sembra invece essere più probabile una pressione “morale” dei dem nei confronti della Cancellieri, alla quale sarebbe chiesto un “volontario” passo indietro in ragione della stabilità del governo.

Da palazzo Chigi

Il governo ribadisce la linea espressa nei giorni scorsi. “Fare la massima chiarezza possibile – si legge nel comunicato di sabato scorso – su quanto successo e la si deve fare nella giusta sede istituzionale, cioè il Parlamento”. Ennesima prova della fiducia espressa dal governo al Guardasigilli, la presenza di Enrico Letta domani in aula sia al Senato che alla Camera al fianco del ministro.

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