I carabinieri hanno arrestato altre sette persone che costituivano la rete di fiancheggiatori dei fratelli Mignacca il cui covo è stato scoperto ieri dai militari. Il blitz si è concluso con l’arresto di Calogero Mignacca e il suicidio del fratello Vincenzino che era rimasto armato all’interno di una camera, durante l’intervento, per evitare la cattura, e si è suicidato sparandosi un colpo alla tempia con una pistola Beretta calibro 7.65 con matricola abrasa.
Erano stati entrambi condannati all’ergastolo con sentenze definitive per associazione mafiosa, omicidi, rapine, estorsioni ed altri reati. Nel casolare trovato anche un piccolo arsenale tra cui:
- pistola Beretta calibro 9×21 con matricola abrasa;
- pistola Browning cal. 6.35;
- fucile a pompa cal. 12 ;
- due doppiette calibro 12 con matricola abrasa;
- pistola mitragliatrice Skorpion con silenziatore;
- fucile tipo Kalashnikov calibro 7.62.
L’operazione è proseguita durante tutta la giornata ed ha portato, nel corso della notte, al fermo, con provvedimento della DDA di Messina, di sette persone considerate come facenti parte della rete di fiancheggiatori dei due latitanti:
- Sebastiano Sansone Galati, classe 1976;
- Giuseppe Sansone Galati, classe 1961;
- Oscar Sansone Galati, classe 1985;
- Salvatore La Fornara, classe 1954;
- Carmelo Ventre Bontempo, classe 1973;
- Sebastiano Tilenni Scaglione, classe 1986.
A queste, si aggiunge l’arresto, eseguito immediatamente prima dell’intervento, di Giuseppe Caniglia, cl. 1982, figlio del proprietario del fondo ove erano ospitati i latitanti, catturato nelle pertinenze dell’abitazione ove vivevano i due latitanti.
La diversa provenienza geografica dei favoreggiatori, Lentini (SR), Randazzo (CT) e Tortorici (ME), è l’ulteriore conferma della vasta e ramificata rete di appoggio di cui i fratelli Mignacca godevano. L’operazione è stata condotta impiegando personale dei Comandi Provinciali di Messina, Catania e Siracusa.