Jobs Act, i dubbi del ministro Giovannini | Ncd: “Necessaria una maggiore flessibilità”

di Maria Teresa Camarda

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Jobs Act, i dubbi del ministro Giovannini | Ncd: “Necessaria una maggiore flessibilità”

| giovedì 09 Gennaio 2014 - 12:24

“La proposta di Renzi sulla natura dei contratti e le tutele ad essi collegati non è nuova, ma va dettagliata meglio”. Il ministro al Lavoro, Enrico Giovannini, ha commentato così il “job act” presentato dal segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, e ha espresso alcuni dubbi sulla effettiva applicazione del piano per il lavoro del sindaco di Firenze.

“Bisogna capire di cosa si sta parlando – ha proseguito Giovannini. – Noi adesso abbiamo ogni trimestre circa 400 mila assunzioni a tempo indeterminato e circa 1 milione e 6 a tempo determinato. Allora riuscire a trasformare contratti precari in contratti di più lunga durata è un obiettivo assolutamente condivisibile, che però in un momento di grande incertezza come questo molte imprese siano disponibili ad andare in questa direzione è un fatto fa verificare. C’è poi da dire che molte delle proposte presentate da Renzi in questa lista prevedono investimenti consistenti”, ha spiegato ancora dai microfoni di ‘Prima di tutto’.

Sulla proposta di Renzi è intervenuto anche, da ‘Radio Anch’io’, il senatore Renato Schifani del Nuovo Centrodestra. “È ancora teorica, ma mi sembra un libro degli intenti. Le riforme sono belle, ma nella misura in cui hanno delle coperture per essere attuate”.

“Innanzitutto – spiega Schifani – la riforma proposta da Renzi comporta degli oneri di copertura non indifferenti e poi anche i tempi di attuazione sono lunghi. Teniamo presente che questa è una legislatura che nella primavera del 2015, per consenso di molti partiti, non quelli di opposizione dovrebbe avere termine”. Il senatore ex Pdl, infatti, anche a Palermo aveva “avvertito” gli alleati di governo che il tempo a disposizione per l’esecutivo è di “un anno e qualche mese”.

“Detto questo – ha proseguito Schifani – Nuovo Centrodestra rimane dell’idea che sia necessaria una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, che consenta un decentramento della contrattazione territoriale. Sono le imprese, i lavoratori a dover definire i patti e le condizioni del rapporto di lavoro, in relazione a quelle che sono le esigenze territoriali, in base alla sicurezza dell’impresa ed alla situazione economica”.

Il presidente di Ncd ha anche promesso agli elettori che “sull’aumento della Tasi, che verrà destinato per detrazioni alle famiglie, il partito fondato con Angelino Alfano chiederà con convinzione che questa compensazione tra maggiore pressione fiscale ed aumento delle detrazioni sia effettiva e di pari importo”. Anche perchè, “non potremo mai accettare che l’aumento possa colpire il ceto produttivo, la piccola e media impresa. Quindi, prima di esprimere un sì definitivo attendiamo di verificare effettivamente quale sarà la proposta del governo “.

La bozza del segretario del Pd piace però a Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl. “Bisogna discuterne approfonditamente, ma tendenzialmente siamo favorevoli”, ha detto il segretario. “Il lavoro lo si può creare solo con la buona economia, ma il giudizio sul Jobs Act di Renzi è positivo. La misura sulla quale sono maggiormente d’accordo è quella che consente di riassumere attraverso un contratto di lavoro tante altre persone, a partire dalle false partite Iva che di solito sono usate per pagare meno la gente”.

Opinioni e commenti che Renzi molto probabilemte gradirà, proprio questa mattina, infatti, il segretario del Pd ha scritto un tweet con cui chiede la collaborazione di tutti per migliorare la bozza.

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