Caos sugli stipendi dei regionali: Crocetta incontrerà Letta | I sindacati proclamano uno sciopero per il 4 febbraio

di Redazione

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Caos sugli stipendi dei regionali: Crocetta incontrerà Letta | I sindacati proclamano uno sciopero per il 4 febbraio

| lunedì 27 Gennaio 2014 - 17:06

Dopo la maxi impugnativa del Commissario dello Stato su 33 articoli della Finanziaria approvata dall’Ars, il clima nella Regione siciliana si fa sempre più teso. I 18 mila dipendenti della Regione che non hanno ricevuto lo stipendio di gennaio per la mancata pubblicazione del bilancio sono pronti alla mobilitazione. E intanto il presidente Crocetta annuncia che incontrerà il premier Letta in settimana, forse già mercoledì, per parlare di quest’emergenza sociale in corso.

I sindacati Cobas-Codir e Sadirs, che rappresentano la maggioranza dei regionali, intanto hanno indetto una manifestazione davanti alla sede della Regione per il 4 febbraio, chiamando alla partecipazione anche i lavoratori degli enti collegati.

I sindacati annunciano che “durante l’assemblea decideremo insieme ulteriori azioni di lotta. Partecipiamo in massa” è l’invito ai lavoratori, “per gridare basta a questo presidente e a questi politici che ci impoveriscono sempre più e mortificano ogni giorno di più la professionalità e le aspettative di tutti”. Per il Cobas/Codir e il Sadirs “non esistono più presupposti per la ricerca di un dialogo nella certezza che questo governo continuerà a massacrare l’intera categoria”.

I sindacati contestano “l’inaccettabile permanere del congelamento del 25% del Fampa (salario accessorio) dei lavoratori regionali previsto dalla finanziaria 2014 e delle somme necessarie per il pagamento delle indennità mensa” e sostengono che “l’impugnativa del Commissario dello Stato” dei due terzi della legge di stabilità col blocco di oltre mezzo miliardo di spesa “mette anche a rischio la condizione e i legittimi diritti di diverse categorie di lavoratori (Eas, ex Eas, Resais…).

Ritengono inoltre “inaccettabile la politica della mancata applicazione della norma di salvaguardia della dirigenza” e “il silenzio del governo regionale sull’apertura di una stagione di riforma per dare voce alle legittime aspettative di tutti i lavoratori, per restituire dignità giuridica ed economica a tutto il personale”.

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