Scandalo Formazione, l’assessore “licenzia” una collaboratrice esterna | Scilabra: “Sistema fallimentare, ora una nuova legge”

di Maria Teresa Camarda

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Scandalo Formazione, l’assessore “licenzia” una collaboratrice esterna | Scilabra: “Sistema fallimentare, ora una nuova legge”

| martedì 25 Marzo 2014 - 13:03

L’assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra ha interrotto il rapporto di collaborazione con Maria Cristina Risoli, dipendente della Price Waterhouse e collaboratrice esterna del dipartimento. Si tratta delle prime conseguenze dello scandalo che ha investito il settore dopo la richiesta di arresto del parlamentare nazionale del Pd Francantonio Genovese.

Secondo gli investigatori, che hanno consegnato un rapporto alla Procura, la Risoli sarebbe stata negli ultimi mesi la “talpa” di “Genovese & co”. In particolare, nelle intercettazioni agli atti, sono fitte le comunicazioni con Salvatore Lamacchia, collaboratore di Genovese arrestato mercoledì, sugli stanziamenti da destinare agli avvisi della formazione.

Il rapporto della polizia giudiziaria, pubblicato in esclusiva da “Repubblica”, rivela che altre pedine del gruppo sarebbero presenti fra gli assessorati al Bilancio e al Lavoro.

E l’assessore regionale alla Formazione, da Messina, ha lanciato un monito: “Il sistema della Formazione, come è emerso, non andava bene ed era un sistema fallimentare, presenteremo al più presto una legge adottando i voucher formativi una cosa già utilizzata in Italia e in Europa”. “In questi mesi – prosegue – abbiamo messo i campo tutti gli strumenti per evitare la continua mala gestione degli fondi pubblici, abbiamo rivisto il sistema di accreditamento degli enti, abbiamo riaggiornato l’albo dai fornitori che non veniva fatto dai sedici anni e abbiamo mandato ispezioni”.

“Ora ci vuole una nuova legge per riorganizzare tutto – ha continuato Scilabra – appena mi sono insediata ho visto il caos molto siciliano e pirandelliano. Non c’era il ruolo di regia della Regione e gli enti programmavano i corsi in totale autonomia, invece la proposta formativa doveva essere fatta dalla regione sentite le associazioni, le università, gli enti e le aziende”. “È stato il simbolo del fallimento di una generazione politica che ha governato la regione in tutti i suoi settori come se fosse il proprio orticello personale”. “Sul sistema Genovese – conclude Scilabra – mi limito ad aspettare i risultati delle indagini se tutto venisse confermato è un dato molto preoccupante”.

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