Elezioni regionali (da ripetere) nel Siracusano | Domenice alle urne a Rosolini e Pachino

di Redazione

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Elezioni regionali (da ripetere) nel Siracusano | Domenice alle urne a Rosolini e Pachino

| venerdì 03 Ottobre 2014 - 21:50

Urne aperte domenica, 5 ottobre, in appena nove sezioni nei comuni di Rosolini e Pachino, in provincia di Siracusa. Ottomila elettori saranno chiamati a rivotare per le elezioni regionali, celebrate due anni fa, dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) che ha disposto la ripetizione del voto alla luce delle denunce di presunte “schede ballerine” che avrebbero inquinato il voto, su cui ha aperto una indagine anche la Procura.

Trombe d’aria e nubifragi si sono abbattuti sui comuni del Siracusano interessati dal voto e proprio il maltempo sta condizionando l’affluenza alle urne, così uno dei candidati, o qualche suo sponsor, ha inviato un sms ad alcuni elettori: “Ti informo che le condizioni meteo avranno un miglioramento dalle 17 alle 19, grazie per il sostegno che vorrai esprimere”; in calce il nome del candidato che due anni fa mancò l’elezione all’Assemblea regionale per una manciata di voti.

In bilico ci sono gli scranni dei deputati regionali in carica eletti nella provincia di Siracusa, che da giorni sono in campagna elettorale in un clima segnato da veleni e persino da ombre di voto di scambio, accusa questa mossa dal deputato ‘cuperliano’ Bruno Marziano (Pd) nei confronti del governatore Rosario Crocetta che qualche giorno fa ha nominato in giunta come assessore Piergiorgio Gerratana, esponente dei “renziani” proprio di Rosolini.

La sfida è tra i siracusani che siedono già in Parlamento e i primi dei non eletti nelle rispettive liste, alcuni dei quali sfiorarono l’elezione per una manciata di voti; ma non mancano le anomalie, come quella di liste presenti due anni fa ma ora scomparse (il Pdl ne è un esempio), problemi che si riflettono per esempio sulla nomina dei rappresentanti di lista. E poi c’è da fare i conti con la legge elettorale, con la ripartizione su base provinciale dei voti, che potrebbe in teoria allargare il caos. Tra gli onorevoli, soprattutto quelli con lo scranno in bilico, c’è chi ha già pronti i ricorsi post-voto.

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