Jobs Act, 35 dissidenti nel Pd: “Voteremo sì” | Il M5S insorge in Aula, scontro con Grasso

di Maria Teresa Camarda

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Jobs Act, 35 dissidenti nel Pd: “Voteremo sì” | Il M5S insorge in Aula, scontro con Grasso

| mercoledì 08 Ottobre 2014 - 13:13

“Il lavoro oggi è apporto creativo. Per questo abbiamo bisogno di nuovi contratti. Di cooperazione…”. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dopo una mattina di confusione in Senato, ha presentato finalmente all’Aula di Palazzo Madama il testo del maxi emendamento del Governo alla riforma del Lavoro. E quando ha accennato alla norma che intende “sfoltire, e quindi anche cancellare, le numerose forme contrattuali previste a oggi”, i senatori del Movimento 5 Stelle, e in particolare Vincenzo Santangelo, sono insorti.

Dopo due richiami all’ordine, il presidente Pietro Grasso ha invitato il questore Laura Bottici e il capogruppo M5S ad intervenire. “O si ristabilisce il silenzio o non proseguiamo”, ha minacciato Grasso di fronte al continuare delle proteste. E al capogruppo M5S Vito Petroccelli ha detto: “O la finite o se ne va fuori dall’Aula”. E così è stato: la seduta è stata sospesa in attesa dell’esecuzione del provvedimento di espulsione del capogruppo grillino.

Petroccelli però non ha lasciato l’Aula, difeso dai colleghi del gruppo. La Presidenza del Senato, dunque, ha chiuso la Seduta e l’ha rinviata al pomeriggio, quando il provvedimento di espulsione non sarà più valido.

Intanto nel Pd la situazione è tesa. Ventisei senatori e nove deputati hanno firmato un documento stilato dalla Minoranza dei democratici sul Jobs Act: “Noi chiediamo con forza che prima della revisione delle tipologie contrattuali vengano approvate le norme sugli ammortizzatori sociali. E manca una definizione del contratto a tutele crescenti», sottolineano. Concludendo, la minoranza Pd ha “un giudizio non positivo sulla fiducia, che interrompe un dibattito parlamentare”: ma voteranno “sì”

“Siamo consapevoli che il lavoro non si costruisce con decreti e leggi ma con la crescita e la crescita si fa con le imprese – ha detto il ministro Poletti. – Alle imprese va data certezza, e la certezza è fondamentale, secondo Poletti, anche per attrarre investimenti esteri: “con la delega vogliamo creare semplicità e certezza”.

La Bozza del maxi emendamento del Governo al Jobs Act

Il Senato sarà chiamato a votare la fiducia sul testo del maxiemendamento presentato dal Governo. Per tutta la mattina, nel caos più totale generato dal conflitto di informazioni, era circolata la voce che il testo del governo conteneva novità sull’articolo 18. Ma non è stato così. Il testo non recepisce, infatti, il documento del Pd frutto della mediazione fra il premier Matteo Renzi e le minoranze del Partito democratico. Tuttavia, il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, ha riferito che sull’articolo 18 arriverà una norma in dettaglio in un decreto attuativo alla delega.

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