Turbativa d’asta, l’Asp di Palermo è nella bufera. Cirignotta a un passo dal siluramento

di Redazione

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Turbativa d’asta, l’Asp di Palermo è nella bufera. Cirignotta a un passo dal siluramento

| giovedì 31 Gennaio 2013 - 17:23

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PALERMO, 31 GENNAIO 2013 – “Sono stato in Procura a denunciare una turbativa d’asta di una Asp per una gara di fornitura di materiale sanitario per diverse decine di milioni di euro”. Giustifica con questa comunicazione il suo ritardo alla conferenza stampa indetta all’ultimo minuto il presidente della Regione, Rosario Crocetta. L’Azienda, come anticipato da Si24, è l’Asp di Palermo. E adesso diventa probabile, se non quasi certo, il siluramento del commissario Salvatore Cirignotta che guida l’Asp di Palermo, la più grande d’Italia, da oltre tre anni.

“È un fatto gravissimo e tra l’altro – rivela il governatore – un dirigente che aveva scoperto questa turbativa è stato aggredito con un coltello e gli sono stati rubati i documenti che contenevano notizie utili a smascherare la truffa”. Il presidente Crocetta non ha voluto “per motivi di sicurezza” dire di quale Asp si tratti, ma ha lanciato un appello a tutti i dirigenti perché collaborino col governo. “In passato – dice – questi episodi non arrivavano ai giornalisti tanto meno alla magistratura”.

Il governatore della Sicilia è stato accompagnato in Procura dall’assessore alla Sanità Lucia Borsellino. “Stiamo puntando i riflettori sulle gare di appalto – dice l’assessore – ed è fondamentale la collaborazione che stiamo trovando nei dirigenti e nei dipendenti onesti”. Tra l’altro era la prima volta che l’assessore Borsellino entrava negli uffici del padre, Paolo, dal giorno della sua morte. “Io volevo impedirle di provare questa grande emozione – ha raccontato Crocetta – ma lei ha insistito e voleva essere presente alla denuncia”.

Alla conferenza stampa erano presenti gli assessori Nelli Scilabra, Linda Vancheri, Dario Cartabellotta, Nicolò Marino, Luca Bianchi, Ester Bonafede e Mariella Lo Bello. La giunta Crocetta ha anche annunciato di aver revocato le delibere con cui l’ex presidente Raffaele Lombardo aveva dato mandato agli avvocati per la difesa personale e della Regione. In particolare, erano tre le cause per diffamazione che riguardavano Lombardo e Russo.

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