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Emergenza rifiuti da Trapani a Messina. Raccolta a rischio anche a Palermo

PALERMO, 13 FEBBRAIO 2013 – L’emergenza rifiuti si estende a macchia d’olio in numerose zone della Sicilia. Nel trapanese l’AtoTp2 ha esaurito le scorte di carburante e i primi mezzi si sono fermati, nell’Ato Messina 2 i dipendenti sono senza stipendio da mesi e anche a Palermo la situazione finanziaria dell’Amia e il blocco dei pagamenti ai dipendenti potrebbe far fermare la raccolta dell’immondizia.

Nel trapanese lanciare l’allarme è la Belice Ambiente Spa in liquidazione, secondo cui “la società non è più in grado di garantire il servizio per la raccolta dei rifiuti, a causa della crisi economico-finanziaria della Spa, aggravata dagli ultimi atti di pignoramento verso terzi promossi dai creditori, dalla riduzione drastica del ‘fido’ da parte della Bnl (tesoreria della Belice Ambiente) e dal blocco della distribuzione di carburante e dei sevizi essenziali da parte dei fornitori”.
Spero in un urgente intervento delle Istituzioni per evitare l’emergenza igienico-sanitaria nel nostro territorio”, ha detto il liquidatore della società, Nicola Lisma.

Nell’assemblea dei soci dello scorso 11 febbraio, si è discusso della critica situazione finanziaria in cui versa la Belice Ambiente e di quali misure adottare. L’Assemblea dopo le verifiche legali e dirigenziali per valutare gli atti da porre in essere al fine di superare il blocco delle tesorerie, tornerà a riunirsi domani.

Il segretario regionale della Fit Cisl Ambiente, Dionisio Giordano, denuncia la situazione dell’Ato Messina2 che serve 38 comuni: “Ancora nessuna soluzione sulla vertenza dei lavoratori dell’Ato Messina2, in attesa di ben 11 mesi di ritardo delle retribuzioni, operatori che diventano il parafulmine dell’incapacità di alcuni sindaci, che non vogliono capire che è finita un’epoca: quella degli aiuti economici privi di senso di responsabilità e del rilancio del settore rifiuti”. Lavoratori senza stipendio da quasi un anno e raccolta rifiuti a singhiozzo , la situazione lamenta il sindacato, “è esplosiva” . “Ma è possibile che in questo Ato dove la ditta Dusty svolge il servizio, ci sono sette comuni puliti e con lavoratori retribuiti ed i restanti territori in default igienico sanitario con una bomba sociale pronta ad esplodere? Sono pur comprensibili – aggiunge Giordano – le reali difficoltà economiche di alcune amministratori locali, ma ci sono comuni che non pagano il servizio da più di un anno e qualcuno anche da due”. Infine la richiesta del sindacato “II governo regionale intervenga, utilizzando la legislazione vigente sul tema dei rifiuti per ripulire le amministratori locali dalla politica incapace. Sarà poi naturale e consequenziale, retribuire i lavoratori e ripulire i comuni e rilanciare il servizio”.

Intanto arrivano i dati che sembrano dimostrare che il sistema degli Ato è destinato a non funzionare. In Sicilia ogni anno il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti costa 850 milioni di euro, ma i Comuni dell’Isola finora sono riusciti ad incassare solo parte della Tarsu, per una cifra complessiva di 350 milioni. Mancano cos+ all’appello 500 milioni, e rimane un mistero chi dovrà coprire la differenza. Il dato è pubblicato oggi dal Sole 24 Ore che analizza la nuova direttiva sui rifiuti emanata dall’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino. Nel frattempo le imprese del settore vantano crediti per un miliardo di euro dagli Ato e soprattutto rischiano di non incassare nulla. Il problema a cascata rischia di ripercuotersi sul pagamento degli stipendi degli operai e ovviamente sul servizio, che puo’ bloccarsi in qualsiasi momento. E a trovarsi i cumuli di rifiuti (e gli immancabili cassonetti dati alle fiamme) saranno ancora una volta i cittadini.

 

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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