Garcia bene, Sorrentino neanche a dirlo. Fabbrini e Boselli, giornata da dimenticare

di Redazione

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Garcia bene, Sorrentino neanche a dirlo. Fabbrini e Boselli, giornata da dimenticare

| domenica 03 Marzo 2013 - 13:49

Si24 le-pagelle

PALERMO, 3 MARZO 2013 – Sorrentino: voto 7 – Preciso e sicuro come sempre, puntuale nelle uscite, determinante sulla conclusione di Meggiorini.

 

Munoz: voto 6,5 – Torna sui livelli di qualche mese fa. Bene anche in fase di avvio dell’azione.

 

Von Bergen: voto 6,5 – La sua migliore partita in maglia rosa, a Bianchi lascia solo il tiro finito sul palo.

 

Garcia: voto 7 – Il migliore in campo, alcuni suoi recuperi sono stati determinanti. E stavolta nessuna distrazione o episodio negativo.

 

Morganella: voto 5,5 – Non sfonda quasi mai, si limita a fare appoggi su Ilicic, talvolta anche fuori misura.

 

Kurtici: voto 6 – Cresce in personalità, ci mette anche grinta e determinazione. Tanto lavoro, risultato appena sufficiente.

 

Rios: voto 6 – Se il Palermo avesse ancora Pastore sarebbe sopportabile un centrocampista con le sue qualità. Ma così quando arriva una prestazione del genere è grasso che cola…

 

Dossena: voto 5,5 – Forse manca la condizione atletica. Incide davvero poco, la fascia sinistra è terra di conquista granata.

 

Fabbrini: voto 5 – Parecchi passi indietro. Non salta mai l’avversario, si fa sovrastare da Darmian. Giusta la sotituzione, forse anche tardiva.

 

Ilicic: voto 6,5 – Pur con le sue pause – ormai comunque ridotte al minimo – è l’unico che prova ad inventare qualcosa. Ma in questo contesto è davvero difficile per chiunque.

 

Boselli: voto 5 – Un tempo senza acuti, non sempre esegue il compito assegnato: inevitabile la sostituzione.

 

Miccoli: voto 6 – Meglio di Boselli, anche se non è l’attaccante che serve in questo contesto. Prova la gran giocata e non trova la porta. E alla fine riversa in diretta televisiva la delusione per il tempo passato in panchina.

 

Formica e Dybala: senza voto – Troppo pochi i minuti in campo per un giudizio. Però la sensazione è che se vuoi provare a vincere almeno uno dei due in campo ci deve andare, magari sacrificando l’equilibrio tattico.

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