Un voto che può cambiare gli equilibri. All’Ars adesso tutti contro i grillini

di Redazione

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Un voto che può cambiare gli equilibri. All’Ars adesso tutti contro i grillini

| venerdì 05 Aprile 2013 - 10:38

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PALERMO, 5 APRILE 2013 – L’approvazione della legge che prevede un doppio voto (uno per un uomo, l’altro per una donna) a partire dalle prossime elezioni amministrative fa discutere il mondo politico siciliano. Ma il tema del giorno non sono solo le differenti posizioni “fotografate” dal voto finale, che fanno parte della normale dialettica, quanto le ripercussioni politiche che questo voto potrebbe provocare.

 

A cominciare dalla imminente votazione del Bilancio. Il dato oggettivo è che mai come oggi i “grillini” si trovano sul banco degli imputati, facile bersaglio delle critiche.

 

Chi, soprattutto l’opposizione di centrodestra, punta a minare il cosiddetto “modello Sicilia” (ma esiste davvero?) attacca il Movimento 5 Stelle per il suo voto contrario e sottolinea la frattura con la maggioranza crocettiana che finora aveva permesso l’adozione di alcuni importanti provvedimenti come l’abolizione delle Province.

 

Secondo sussurri di corridoio anche una buona parte del Pd e della maggioranza ha visto con favore questa “forte divergenza” tra Crocetta e il Movimento 5 Stelle che permetterebbe di guadagnare un peso specifico maggiore, specie adesso che bisogna concentrarsi sulla campagna elettorale e sulla composizione delle liste.

 

E non è un caso che Rosario Crocetta, a fine seduta, abbia voluto prendere la parola per ringraziare l’anomala maggioranza palamentare ma per inviare anche messaggi distensivi ai grillini: un colpo al cerchio e uno alla botte.

 

I grillini, dal canto loro, si dicono coerenti con i loro principi. In sintesi, ritengono che la legge così com’è potrebbe favorire il voto di scambio e che loro si sarebbero battuti invece per una riforma elettorale più articolata.

 

La controprova politica l’avremo presto. L’approvazione di un bilancio necessariamente “lacrime e sangue” provocherà molti mal di pancia e qualche scossa di assestamento.

 

Qui di seguito le dichiarazioni a margine dell’approvazione della legge.

 

Simona Vicari, commissario provinciale del Pdl a Palermo. “E’ un buon risultato, ma soprattutto un importante segnale di civiltà e rispetto delle pari opportunità che la Sicilia manda all’Italia. Grazie a questa riforma all’interno degli enti locali siciliani sarà possibile garantire una maggiore rappresentanza femminile, nell’ottica di un’offerta politica ampia e non più vittima di un insopportabile maschilismo. È un risultato che premia anche gli sforzi delle tante donne del Pdl che come me da tempo si battono per l’introduzione di meccanismi che consentano una maggiore e migliore partecipazione delle donne alla vita politica. Spiace invece constatare l’opposizione del M5S, che ha votato contro la riforma, sollevando un inesistente timore per un possibile controllo del voto attraverso la doppia preferenza di genere. Un atteggiamento incomprensibile soprattutto perché i grillini si sono sempre battuti per il ritorno alle preferenze. Non vorrei che ritenessero le preferenze giuste solo quando si tratta di candidare gli uomini, mentre se bisogna riconoscere anche alle donne questo diritto non va più bene. Saremmo di fronte ad un odioso machismo, a conferma della loro totale inaffidabilità politica”.

 

Giancarlo Cancelleri, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars. “Altro che naufragio del modello Sicilia. Anzi, ieri in Aula se n’è vista, forse, la migliore espressione. Abbiamo sempre detto in tutte le salse che avremmo appoggiato tutte le buone idee e le buone leggi, da qualsiasi parte arrivate. E quella di ieri non era una buona legge, senza gli opportuni correttivi che noi avevamo proposto. Il doppio voto di genere, senza il centro unificato per lo spoglio, spiana la strada al voto di scambio, proiettando l’isola indietro di parecchi anni. Il voto di ieri che ha mostrato ai siciliani la vera anima della maggioranza, che per approvare le leggi è pronta a raccattare voti ovunque. Ieri abbiamo visto di tutto. Chiedere dieci minuti di sospensione, come ha fatto Musumeci, per chiudersi in una stanza col presidente della Regione per trovare la quadra, per noi è inammissibile e non l’avremmo mai fatto. Il M5S non contesta lo spirito della legge approvata ma censura assolutamente i pericoli che si celano dietro ad essa. C’è certamente bisogno di una partecipazione più numerosa alla vita della politica del Paese da parte delle donne ma le controindicazioni ora potrebbero essere devastanti. Per assicurare legalità e trasparenza avevamo proposto, oltre al seggio unificato per lo spoglio, anche la rimozione delle tendine dalle cabine elettorali per scongiurare l’uso di telefonini e apparecchi fotografici, ma, evidentemente, non se ne avverte la necessità”. 

 

Francesco Cappello, deputato Movimento 5 Stelle. “Non esiste il modello Sicilia sbandierato da Crocetta. Il vero Modello Sicilia siamo noi. Ieri il centrodestra ci ha accusato di essere venduti per aver votato contro la sua pregiudiziale. Ci hanno urlato vergogna, salvo poi votare assieme al centrosinistra in favore della legge. Abbiamo agito con coerenza e non dobbiamo vergognarci di nulla. Anzi cominceremo a vergognarci quando capiremo di cominciare ad assomigliare a loro”. 

 

Gianpiero D’Alia, segretario dell’Udc siciliana e vice capogruppo vicario di ‘Scelta civica’ alla Camera. “L’approvazione della doppia preferenza di genere rappresenta innegabilmente un successo politico dell’Udc che si è battuta in tempi non sospetti perché si arrivasse al traguardo raggiunto ieri sera. E allo stesso tempo è la prima sconfitta politica dei grillini, che per mero calcolo politico hanno perso una grande occasione per contribuire al cambiamento. Il voto di ieri è soprattutto una grande conquista di civiltà per la Sicilia, unica regione con una Giunta di 8 donne, di cui due dell’Udc, e deve servire come esempio per il resto del Paese”.

 

Baldo Gucciardipresidente del gruppo PD all’Ars. “Fin dall’inizio avevamo indicato questa strada: approviamo subito la norma sulla doppia preferenza di genere, discutiamo la correzione della legge elettorale nei modi e nei tempi adeguati, all’indomani delle elezioni di giugno. Oggi la Sicilia compie un passo avanti straordinario sul piano dei diritti civili e delle pari opportunità un risultato voluto con forza dal PD, in sintonia con il governo Crocetta”.

 

Giuseppe Lupo, segretario regionale Pd. “La doppia preferenza di genere per le elezioni amministrative, voluta fortemente dal Partito Democratico, consentirà di aprire le porte dei
Consigli comunali a molte donne, che sapranno certamente contribuire al rinnovamento della politica. E’ la vittoria del Pd che già anni fa propose questa legge, bocciata dall’aula a scrutinio segreto, ed è certamente positivo che anche le altre forze politiche questa volta abbiano condiviso la nostra proposta”.

 

Nello Musumeci, leader del gruppo Lista Musumeci. “Siamo soddisfatti per aver vinto questa battaglia di civiltà che garantisce alle donne concrete opportunità per essere rappresentate nei consigli comunali dell’Isola. Non è tempo di coccarde ma giova ricordare che il nostro disegno di legge sulla doppia preferenza di genere è stato presentato all’Ars ancora prima che il governo Crocetta si esprimesse. Crocetta spero avrà capito che le convergenze col centrodestra sugli obiettivi seri e concreti sottraggono il governo al ricatto dei grillini. Adesso bisogna mettere mano subito ad una radicale riforma degli enti locali, che riconsacri il principio della rappresentanza diretta e della responsabilità popolare”.

 

Marco Forzese, presidente della I commissione dell’Ars e deputato dei “Democratici riformisti per la Sicilia. “La Sicilia da ieri sera ha una legge che è all’avanguardia per la parità di genere. Abbiamo votato una norma che il presidente Rosario Crocetta ha voluto fortemente e che la I commissione Affari istituzionali ha esitato a larga maggioranza. Credo che sia prevalso il buon senso anche rispetto alle perplessità a riaprire una finestra legislativa subito dopo la Pasqua. Il risultato di stasera è di enorme importanza e dà proprio alla I commissione Ars una nuova responsabilità per riformare l’intera materia elettorale per gli Enti locali già subito dopo la sessione di bilancio”.

 

Giuseppe Picciolo, capogruppo dei “Democratici riformisti per la Sicilia” all’Ars. “Con il via libera alla norma sulla doppia preferenza di genere registriamo la vittoria della maggioranza che sostiene il presidente Rosario Crocetta, che avrebbe retto a qualsiasi tentativo di derogare da quello che, ribadisco, era un accordo blindato. Prendiamo atto anche della convergenza delle opposizioni su una norma che ha valenza storica per quanto riguarda i diritti civili nell’Isola”.

 

Concetta Raia, parlamentare regionale del Partito Democratico. “Lavoro a questa norma da anni, la doppia preferenza di genere è una grande conquista per la Sicilia: adesso proporrò di estendere lo stesso meccanismo alle elezioni regionali. Purtroppo il Movimento 5 Stelle ha perso una opportunità per costruire con noi un percorso di innovazione e riformismo, hanno preferito la conservazione. A chi teme il controllo del voto dico che la migliore risposta è una sfida come questa, una norma coraggiosa sostiene la presenza di donne che hanno radicamento sul territorio. Il primo emendamento in questa direzione l’ho presentato nella scorsa legislatura, nel 2011, dopo un lungo percorso di confronto e dialogo con associazioni e movimenti. All’inizio di questa legislatura ho ripresentato un disegno di legge sulla doppia preferenza di genere, e oggi raccogliamo i frutti di questo lavoro. La Sicilia ha compiuto un passo importantissimo sul terreno delle pari opportunità sono orgogliosa di aver contribuito a raggiungere questo obiettivo, che può rappresentare un punto di riferimento a livello nazionale”.

 

Antonella Milazzo, parlamentare regionale del Pd. “Un passo verso la democrazia paritaria che ci pone ancora una volta all’avanguardia in Italia ed in linea con le norme nazionali in materia di parità di genere. Credo che l’approvazione della legge sia un segnale importante della volontà di liberare la nostra regione da stereotipi di arretratezza culturale che per troppo tempo hanno condizionato la volontà di partecipazione delle donne. Fa piacere sia stata una battaglia condivisa trasversalmente da tutto il Parlamento”.

 

Toto Cordaro, capogruppo all’Ars di Cantiere Popolare. “Al cosidetto modello Sicilia, sconfessato dal voto d’Aula di ieri, preferiamo il modello del buon governo. Abbiamo detto sin dall’insediamento di Crocetta, che la nostra sarebbe stata una opposizione ferma ma responsabile e costruttiva e soprattutto rispettosa del voto dei siciliani che, sebbene in modo risicato, lo hanno eletto Presidente della Regione. Rendendoci interpreti principali di una rivoluzione culturale che vuole guardare concretamente al cambiamento, abbiamo contribuito in modo decisivo – dopo una riflessione insieme alle altre forze del centrodestra con cui si é adottata una linea politica comune – alla approvazione del voto con la doppia preferenza di genere. Riteniamo a questo punto imprescindibile una riforma elettorale organica ma siamo convinti che ciò si debba fare all’indomani del voto per le amministrative e questo perché pensiamo che le regole del gioco non si possano e non si debbano cambiare – come i deputati del Movimento 5 Stelle volevano fare, a loro uso e consumo – mentre la partita si sta giocando, ma a bocce ferme e sempre nell’interesse dei siciliani. Attendiamo ora alla prova dei fatti Crocetta e il suo governo. Da parte nostra ci sarà la massima attenzione”.

 

Roberto Di Mauro, capogruppo PdS all’Ars. “Condividiamo in linea di principio l’introduzione del voto di genere, ma contestiamo i modi con i quali ieri in Aula è stato affrontato, in modo frettoloso, demagogico e superficiale, il testo della legge riducendo la discussione al solo articolo 1 sulla doppia preferenza”.

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