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Di Matteo: “Mori salvò Provenzano per favorire la trattativa Stato-mafia”

PALERMO, 30 APRILE 2013 – Continua la requisitoria del pm Nino Di Matteo al processo a carico del generale Mario Mori e del colonello Mario Obinu. Toni duri, quelli utilizzati dal magistrato riguardo la condotta dei Ros dei carabinieri che, secondo Di Matteo, furono responsabili di “plurime omissioni” per “proteggere la latitanza di Provenzano”.

 

I due ufficiali dell’Arma sono accusati di favoreggiamento aggravato della mafia. Al centro del processo il fallito blitz dell’ottobre del 95 a Mezzojuso. Secondo l’accusa Bernardo Provenzano fu lasciato libero per assecondare una precisa strategia volta ad avviare la trattativa fra mafia e Stato, che sarebbe stata aperta nel 1992.

 

Di Matteo la definisce una “strategia dolosamente e ostinatamente preordinata a proteggere la latitanza di Provenzano” citando i due collaboratori di giustizia Nino Giuffrè e Stefano Lo Verso che parlarono più volte di contatti fra il boss e uomini dell’Arma tanto che dentro Cosa nostra qualcuno sospettò che Provenzano fosse un “confidente”.

Redazione

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