L’aggressione all’Internet point, Daniela Tomasino di Palermo Pride: “La violenza aumenta senza diritti”

di Redazione

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L’aggressione all’Internet point, Daniela Tomasino di Palermo Pride: “La violenza aumenta senza diritti”

| martedì 30 Aprile 2013 - 20:33

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PALERMO, 30 APRILE 2013 – “L’aggressione del ragazzo nell’internet point è un episodio molto grave che ci ricorda quanto la situazione sia molto preoccupante in tutta Italia, meno diritti hanno le persone lgbt, più sono esposte alle violenze omofobe”.

 

Esordisce così Daniela Tomasino, del coordinamento Palermo Pride 2013 che lavora da anni per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender e che adesso lavora in vista del Pride nazionale in programma a giugno a Palermo.

In realtà proprio in questi giorni si è registrata un’impennata di segnalazioni. “Ne abbiamo avute tre in un giorno e mezzo – dice Daniela – ma è solo una casualità. Certo i casi di omofobia ci sono e soprattutto riguardano giovani e giovanissimi picchiati dai genitori o cacciati da casa”.

 

Un dato impressionante che ricalca quello della violenza sulle donne, la maggior parte delle violenze omofobe avvengono in famiglia. “Si è così – conferma Daniela – e la cosa più difficoltosa riguarda il trovare un luogo sicuro per queste persone. In modo particolare per le trans che da uomini sono diventate donne e che nei centri d’accoglienza femminili non possono entrare e in quelli maschili sono a rischio anche di ulteriori violenze”.

Insomma, situazioni di rifiuto, abbandono e violenze fisiche e psicologiche che vanno al di là del “bullismo omofobo” che può avvenire all’angolo di una strada. “Esiste anche questo – chiarisce la Tomasino – ma più che bullismo giovanile è scientificamente provato che l’omofobo è di solito di sesso maschile, anziano e scarsamente istruito ma naturalmente anche questa è solo una generalizzazione”.

Il Pride a Palermo cosa significa? “Il modo migliore, innanzi tutto, per dire a tutti che noi non ci spaventiamo, siamo tanti, ci siamo e pretendiamo i nostri diritti, come tutti”. Daniela chiarisce che non c’è alcun timore per chi parteciperà agli eventi: “Tutto è andato sempre bene, è una grande festa per tutta la città, per tutta la Sicilia, Ci sono vicine istituzioni e forze dell’ordine ma soprattutto la gente”.

 

Ma il Pride diventa anche un momento di “educazione” alla tolleranza e di richiesta, non solo gioiosa ma anche molto seria, di vedere riconosciuti i propri diritti. “È esattamente come la legge sul divorzio, all’inizio solo metà degli italiani era d’accordo. Adesso è un diritto in più di tutti i cittadini. Io col mio stipendio sono felice di pagare i giorni di permesso per maternità o paternità ai miei colleghi sposati. Vorrei potere avere lo stesso diritto anche io e lo stesso vale per tanti altri diritti. Ricordiamoci che la violenza e l’abuso, anche quello sul posto di lavoro, in famiglia, a scuola, si scatena sempre sui soggetti più deboli e meno tutelati dalla legge”.

 

Diritti che possono contribuire a far crescere la civiltà di una nazione ed anche a fermare chi vuole cancellare chi è “diverso” con la violenza che scatta dalla paura e sfocia in razzismo e discriminazione. Daniela chiede informazioni, particolari sull’ultima aggressione e ricorda: “Siamo sempre pronti a ricevere segnalazioni e aiutare chi ha bisogno, anche con i nostri avvocati e gli psicologi”.

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