Dal Canada a Casteldaccia, i miliardi del narcotraffico dietro la morte dei due boss. IL VIDEO e LE FOTO. Dall’operazione “Argo” spunta un pentito

di Redazione

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Dal Canada a Casteldaccia, i miliardi del narcotraffico dietro la morte dei due boss. IL VIDEO e LE FOTO. Dall’operazione “Argo” spunta un pentito

| venerdì 10 Maggio 2013 - 09:41

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PALERMO, 10 MAGGIO 2013 – L’allarme lo aveva già lanciato un rapporto del Centro Studi Strategici e Internazionali di Washington nel 2012, che documentava la presenza di 950 gruppi criminali nell’immenso territorio del Canada. E in questa classifica la mafia italo-canadese era in ottima posizione a difendere il suo monopolio nel traffico di droga.

Parte dalla terra delle Giubbe Rosse l’agguato di Casteldaccia che nella dinamica e nello stile sembra preso di peso dalla guerra di mafia degli anni ’80 a Palermo se non dal film “Il Padrino”. Due boss canadesi già sotto indagine dei Ros dei Carabinieri che scompaiono nel nulla, inghiottiti in una trappola in perfetto stile Cosa nostra. I loro corpi ricompaiono esattamente un mese dopo in contrada Fiorilli, Casteldaccia.

I due, massacrati con oltre trenta colpi di pistola, sono Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, emissari del clan mafioso canadese dei Rizzuto. Ricompaiono i corpi carbonizzati ma vengono a galla anche i nomi di due dei componenti il commando di sicari: i due fratelli pregiudicati Pietro Scaduto, 49 anni e Salvatore Scaduto, 51.

 

scaduto pietro e salvatore

 

La svolta avviene con l’operazione “Argo” che oltre a smantellare buona parte del mandamento mafioso “mette in fibrillazione” i due. E fornisce, come Si24 aveva ipotizzato, un nuovo pentito agli investigatori. Uno degli arrestati, infatti, ha deciso di collaborare ed è stato già trasferito in una località segreta. L’indicazione del luogo dove erano stati bruciati i corpi potrebbe esere stata anche la “prova” dell’attendibilità del nuovo collaboratore di giustizia. Un uomo che potrebbe anche aver fatto parte del commando che ha ucciso i canadesi.

 

Ciò che è certo è che l’ordine al commando è arrivato dal Canada, forse direttamente da don Vito Rizzuto.

Le Giubbe Rosse della Royal Canadian Mounted Police -RCMP, ne sono certe, anche se riescono a stento a controllare la mappa delle mafie del loro Paese, tutte sostenute dal narcotraffico. Asiatici, soprattutto cinesi e tailandesi, nel mercato dell’eroina, le bande criminali di motociclisti per marjiuana e droghe sintetiche. E poi dominicani, giamaicani, gruppi locali e i grandi esperti colombiani. Ma secondo il rapporto americano c’è anche la mafia italiana che non vuol cedere all’espansione degli altri gruppi.

 

Per la RCMP, nel 2012, è stato di 15 miliardi di dollari canadesi il volume di denaro riciclato proveniente dal narcotraffico. Soprattutto i derivati della cannabis ma anche eroina, cocaina, e le nuove e vecchie droghe sintetiche, dalla ketamina all’Lsd. Un grande affare che interessava anche la mafia siciliana e che ha portato i due boss nordamericani a morire nelle campagne di Casteldaccia.

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