Adesso Miccoli fa discutere anche la politica. “Non può restare capitano del Palermo”

di Redazione

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Adesso Miccoli fa discutere anche la politica. “Non può restare capitano del Palermo”

| mercoledì 15 Maggio 2013 - 15:01

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PALERMO, 15 MAGGIO 2013 – Capitan Miccoli di nuovo nella bufera, per la terza volta. E la vicenda è più pesante delle altre. Nel settembre del 2011, dopo l’arresto del boss Antonio Lauricella, detto “Scintilluni” al mercato di Ballarò si sussurra un nome, quello di Fabrizio Miccoli, in rapporti di grande amicizia con uno dei figli del boss, Mauro.

 

E si parla di un video che in effetti si trovava facilmente su YouTube. Titolo: “Scintilla e Miccoli” (nella foto: un frame), Contenuto: una vera dichiarazione di eterna amicizia con foto dei due in auto, quella di Miccoli, in barca, allo stadio. I giornali ne parlano ma tutto si chiude lì. Mauro Lauricella non è pregiudicato, non è indagato. È un ragazzo “pulito” con un padre arrestato dopo la latitanza. Proprio la settimana scorsa, tra l’altro, i Carabinieri arrestano il fratello di Mauro, Salvatore nel corso dell’operazione Argo.

 

A dicembre del 2012 un’altra frequentazione discussa. I Ros dei Carabinieri che cercano il grande latitante Matteo Messina Denaro si ritrovano il capitano del Palermo in compagnia del nipote del boss, Francesco Guttadauro. Anche in quel caso nessun reato, un puro caso e anzi l’ad del Palermo, Pietro Lo Monaco se la prende col giornalista di Repubblica, Salvo Palazzolo che pubblica la notizia.

 

Adesso le schede telefoniche e molto altro. E stavolta anche dalla politica si alza l’indignazione. Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea interveniene con una nota: “Leggo allibita sulla stampa le notizie relative alle intercettazioni che coinvolgono il capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli, il quale avrebbe addirittura avvisato telefonicamente il nipote del boss latitante, Matteo Messina Denaro, della presenza di ‘sbirri nuovi’ allo stadio. A parte il fatto che non è la prima volta che il nome del calciatore rosanero viene accostato a quello di personaggi legati al mondo della malavita, mi chiedo come sia possibile che l’idolo di tanti ragazzi, il leader di una squadra di calcio, possa prestare il fianco a situazioni del genere, quando invece dovrebbe dare un esempio ben diverso ai giovani”.

 

“Miccoli – spiega Sonia Alfano – dovrebbe essere già in Procura a chiarire la sua posizione, se non avesse nulla da temere. E invece resta in silenzio. Perché tace? Dica piuttosto da che parte sta, se dalla parte dei boss o dalla parte della legalità, se da quella delle Partite del Cuore oppure no. O forse – si chiede Alfano – non può dire nulla perché teme salti fuori dell’altro? Abbandoni questo silenzio che, visto il quadro gravissimo che emerge dalle indagini della DIA, potrebbe destare sospetti ancora più seri. Dica come stanno veramente le cose – conclude – perché tanto la verità, prima o poi, viene sempre a galla”.

Sulla stessa linea il deputato regionale Salvino Caputo: “La squadra ufficiale della città di Palermo, che ha visto cadere per mano mafiosa magistrati, componenti delle forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori ed esponenti politici, non può essere rappresentata e guidata in campo da un soggetto che, secondo le cronache giudiziarie, coltiva amicizie personali con esponenti di primo piano delle famiglie mafiose; addirittura, mettendo a disposizione schede telefoniche per eludere controlli. Così come è estremamente grave l’avere sconsigliato al nipote del boss latitante Matteo Messina Denaro di presentarsi agli allenamenti in quanto vi erano presenti quelli che Miccoli chiamò ‘sbirri nuovi'”.

“Il presidente Zamparini – aggiunge il parlamentare – dovrebbe prendere, dunque, provvedimenti preventivi, anche in autotutela e al di là dei risvolti giudiziari, nei confronti di Fabrizio Miccoli: nell’ultima partita che il Palermo giocherà domenica prossima contro il Parma, per esempio, sarebbe il caso che la fascia di capitano non fosse al braccio del numero 10 ancora in forza nel Palermo”.

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