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Bianchi: “Giudizio legato al 2012”. Armao replica: “Stoppata la nostra politica di riduzione della spesa”

PALERMO, 29 MAGGIO 2013 – “Era prevedibile, ma questo non comporterà nuove tasse”. Il declassamento della Sicilia da parte di Moody’s non è una sorpresa per l’assesore regionale all’Economia, Luca Bianchi.

 

“Il bilancio reggerà e non sarà necessario apportare correttivi”. Bianchi ribadisce però che il giudizio dell’agenzia di rating è legato soprattutto al 2012, il cui disavanzo è stato già affrontato con la manovra finanziaria per il 2013. 

 

Rimanda le accuse al mittente il suo predecessore, Gaetano Armao: “Avevamo avviato una politica di radicale riduzione della spesa che il Governo Crocetta non ha proseguito. Già il giorno dopo le elezioni Fitch aveva abbassato il rating e aveva previsto che nessuna riforma seria sarebbe stata fatta. Purtroppo Fitch aveva ragione”. Il rischio adesso, secondo l’ex assessore, è quello di essere poco credibili sui mercati e che le banche passino all’incasso. “Servono interventi drastici – aggiunge Armao – e con il coinvolgimento di tutte le forze”.

 

 

È una lettura tecnica quella del presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Nino Dina“Risultava prevedibile un abbassamento del rating sulla base di una tendenza generalizzata che le regioni subiscono per effetto della contrazione dei trasferimenti statali che determina, quindi, un incremento della spesa pubblica a carico dei propri bilanci”. Dina spiega che “una lettura approfondita del report dell’agenzia conferma che la Sicilia sconta soprattutto il rating del debito sovrano statale e l’andamento negativo dell’economia reale, nonchè l’elevato livello di disoccupazione. Sono, questi, i fattori che si riflettono pesantemente sulle entrate della regione. Complessivamente la situazione non è piu’ difficile di quella di altre regioni meridionali, ma anche settentrionali.

 

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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