“Ridateci il lavoro”: i lavoratori edili della Sicilia manifestano a Palermo. VIDEO

di Redazione

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“Ridateci il lavoro”: i lavoratori edili della Sicilia manifestano a Palermo. VIDEO

| venerdì 31 Maggio 2013 - 08:37

Sciopero, manifestazione, sindacati, Regione, Crocetta, Cgil, Cisl, Uil, disoccupazione, corteo

PALERMO, 31 MAGGIO 2013 – Edili in strada a Palermo per manifestare contro la crisi che sta paralizzando il settore. “Ridateci il lavoro”, è lo slogan urlato in coro dalle migliaia di operai scesi in strada.

 

Il corteo, partito da piazza Marinadove sono arrivati i pullman provenienti da tutte le province dell’Isola, è giunto in piazza Indipendenza attraversando via Roma. Destinazione Palazzo d’Orleans, dove hanno atteso invano un incontro con il presidente della Regione siciliana per trovare delle soluzioni alla crisi che sta coinvolgendo la maggior parte dei cantieri in Sicilia. 

 

http://www.youtube.com/watch?v=6NnTx4ExH34

 

Licenziamenti, tagli, cantieri bloccati per la sospensione dei finanziamenti: sono queste le preoccupazioni che hanno spinto le associazioni di categoria degli edili Ance Sicilia, Aniem Confapi, Cna Costruzioni, Anaepa Confartigianato, Legacoop, e i sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil a scendere in piazza per una manifestazione di protesta regionale. I lavoratori giunti per la manifestazione da ogni provincia siciliana sono circa duemila. In piazza anche gli operai della Sis, l’azienda responsabile della costruzione della rete tramviaria a Palermo, fermi da giorni per il mancato arrivo di fondi e garanzie da parte delle Istituzioni.

 

“In quattro anni – denunciano imprenditori e sindacati – sono stati licenziati in Sicilia oltre 50 mila operai edili diretti e 30 mila dell’indotto. L’edilizia in Sicilia negli ultimi due anni ha perso 52 mila posti di lavoro”. Ieri i sindacati avevano denunciato la crisi che sta paralizzando il mondo del lavoro a Palermo.

 

Sciopero, manifestazione, sindacati, Regione, Crocetta, Cgil, Cisl, Uil, disoccupazione, corteo

 

“Oggi siamo insieme, imprese e sindacati, perché la situazione è grave e il settore è in ginocchio”, ha detto Francesco Tarantino, segretario generale Filea Cgil Sicilia. “Chiediamo al governo regionale di spendersi a livello nazionale ed europeo per sbloccare finanziamenti già disponibili da delibere Cipe”.

Maurizio Bernava segretario generale Cisl Sicilia, sottolinea come il clima sia sempre più teso: “Occorre fare al più presto una ricognizione dei cantieri già pronti, che possono partire subito per ridare ossigeno al settore. Il clima è da rivolta sociale, finora la Regione non ha mostrato sensibilità ed ha premiato soltanto chi ha protestato in forme violente”. Indice puntato contro la Regione per il segretario generale Uil Sicilia, Claudio Barone: “Occorre spendere le risorse e pagare i debiti alle imprese ricorrendo ai fondi europei”. Barone ha poi aggiunto: “Oggi il Governo Crocetta si trova a Bruxelles per sbloccare le risorse della Comunità europea. Se si riuscisse a utilizzarle presto e bene per realizzare le infrastrutture, di cui la nostra regione ha un disperato bisogno, il settore edile potrebbe riprendere immediatamente fiato e con esso ripartirebbe l’economia siciliana”.

“Serve sbloccare i lavori per scuole e ospedali pubblici, che hanno bisogno della messa a norma – dice il segretario generale della Feneal Uil nazionale, Massimo Trinci – in modo da far ripartire il settore”, mentre il presidente regionale di Ance Sicilia, Salvo Ferlito, ha chiesto un impegno concreto da parte del governo regionale: “Negli ultimi due anni il giro degli affari si è ridotto del 50 per cento, il governo regionale deve impegnarsi per sbloccare una delibera del Cipe da 1 miliardo di euro che consentirebbe di far partire 97 opere”.

 

Il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli ha espresso solidarietà ai manifestanti e chiede al governo regionale “misure urgenti per arginare una crisi in Sicilia senza precedenti. I dati sono drammatici e nel contempo paradossali se si pensa che sono da tempo disponibili quasi 3,7 miliardi di euro per opere pronte a diventare cantieri ma che continuano ad essere bloccate”.

 

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