Categorie: Cronaca

A Palermo l’economia è “disastrosa”. Helg: “Non vediamo un domani”. Disoccupazione record tra i giovani

PALERMO, 3 GIUGNO 2013 – “Negli ultimi quattro anni il Pil di Palermo è calato di sei punti. Il fatturato delle aziende è calato del 50 per cento e siamo passati al 19,6 per cento di disoccupazione”. Una condizione disastrosa quella dell’economia di Palermo fotografata dal presidente della Camera di Commercio, Roberto Helg.

 

“Non siamo pessimisti, ma certamente non vediamo un domani. C’è una forte tendenza negativa delle imprese – ha precisato Helg, a margine della presentazione dei dati relativi all’ “Osservatorio economico 2012″ della provincia di Palermo – mancano bandi, iniziative importanti. Manca l’utilizzo di fondi regionali per le infrastrutture. Tutto questo è un grosso danno e mancano le grandi iniziative sul turismo. Il 10 per cento delle famiglie è in miseria”.

 

E mentre da più parti giunge l’invito, soprattutto ai più giovani, a essere creativi e intraprendenti, Helg frena: “Aprire un’impresa solo perchè non si trova il posto fisso non risolve il problema occupazionale, perchè nel giro di due o tre anni l’impresa è destinata a chiudere. Non c’è la giusta preparazione”.

 

E una bacchettata alla Giunta del sindaco Leoluca Orlando il presidente di Confcommercio Palermo non la risparmia : “Finora è stata impegnata con la Gesip e altro, spero che ora possa cominciare a occuparsi anche dello sviluppo della città”.

 

Ma il primo cittadino di Palermo, intervenendo alla presentazione, si difende: “Un anno fa ci siamo trovati di fronte a una situazione finanziaria a dir poco catastrofica. In un anno abbiamo fatto scelte virtuose che ci hanno consentito di approvare il bilancio consuntivo in aprile. E nel bilancio ci sono elementi di profonda innovazione”. Inoltre, il sindaco ha annunciato che il premier “Letta e Alfano sono pronti a venire a Palermo per rendersi conto della situazione e affrontare insieme al Comune i problemi della città”.

 

Orlando lancia anche qualche frecciata al suo predecessore, Diego Cammarata: “A fronte di un bilancio di 1,150 miliardi di euro ci sono state spese di investimenti per appena 11 milioni di euro, mentre nel bilancio consuntivo 2012 ci sono state spese per investimenti pari a 280 euro per abitante, a fronte dei 35 euro pro capite dell’anno precedente”.

 

I dati dell’Osservatorio economico, al di là delle polemiche politiche, sono sconfortanti. Meno sei punti del Pil, 12,4 per cento di perdite di fatturato delle imprese nel 2012, una contrazione complessiva del volume di affari delle imprese pari ad oltre 50 per cento, soprattutto nei settori delle costruzioni (-15,9 per cento) e nel turismo (-15 per cento). Il commercio segna una perdita del 13,4 per cento, meno 12,7 per cento il manifatturiero. Le imprese che hanno investito nel 2012 sono soltanto il 10,8 per cento, contro il 24,6 nel 2010. Per due terzi degli imprenditori le difficoltà sono soprattutto di tipo finanziario e di liquidità.

 

Si riscontra nel 2012 un aumento della Cig che nel territorio locale arriva al 50,9 per cento, ben 38,8 rispetto al dato nazionale. Problemi rimangono anche per lo sviluppo delle pari opportunità e crescente aumento dell’area del sommerso.

 

Il tasso di disoccupazione nella provincia di Palermo ha raggiunto il 19,4 per cento (più 3,5 per cento rispetto al 2011). E, ancora, si riscontra un aumento dei ‘neet’, giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano: il 35,7 per cento in Sicilia, mentre la media nazionale è del 22,7.

 

Un trend positivo si registra invece per le partite Iva, con un più 6,3 per cento rispetto al 2011, soprattutto in settori come i servizi privati ed il commercio. La motivazione che ha spinto gli imprenditori locali a fare impresa rimane la tradizione familiare (51,8 per cento), la seconda è l’autoimpiego con 28 per cento, mentre nell’11 per cento dei casi la partita Iva serve per attività monocommittente, che nascondono un rapporto di lavoro subordinato.

 

La burocrazia rimane però il problema principale: a Palermo occorrono 316 giorni per ottenere i necessari permessi edilizi (peggior risultato su 13 città italiane esaminate) e 1366 giorni per la risoluzione di dispute commerciali (65 giorni in piùrispetto alla media nazionale). Nel 2012, tuttavia, si verifica un incremento del numero di scioglimenti e liquidazioni di impresa (7 per cento), 5231 le imprese costrette a chiudere.

 

“Quello che prevedevamo in Confartigianato è diventato ormai una certezza: i dati presentati oggi sono la dimostrazione di un’economia in recessione, di cui fa inevitabilmente parte anche il mondo dell’Artigianato”. A dichiararlo è il presidente provinciale Nunzio Reina che aggiunge: Uno dei motivi per i quali le aziende sono costrette a cedere e’ di sicuro l’abusivismo”.

 

“Coloro che non pagano le tasse – aggiunge Reina – e fanno concorrenza sleale sono dannosissimi per chi lavora onestamente e nella trasparenza, che si ritrova ad un certo punto a non potere continuare la propria attività. I controlli devono essere assidui e deve essere accertato che un’impresa che chiude lo faccia veramente. Non basta che si cancelli dagli elenchi della Camera di Commercio per cessare l’attività: spesso, infatti, in molti continuano in nero e in questo modo che l’abusivismo si accentua”. 

 

 

 

 

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

Condividi
Pubblicato da
Redazione
Tags: Camera di Commercioosservatorio economico 2012Palermosituazione disastrosa