AGRIGENTO, 6 GIUGNO 2013 – L’ecomostro costruito nel 1989 a due passi della spiaggia di Scala dei Turchi a Realmonte, non è più al centro di nessun contenzioso: le ruspe hanno avuto il sopravvento.
La ditta Scatur, proprietaria dell’edificio, ha deciso di non attendere la pronuncia definitiva della magistratura sull’ultima richiesta di sospensiva ed ha deciso di procedere alla demolizione, come ordinatole un mese fa dal Comune di Realmonte.
La decisione di abbatterlo è arrivata dopo oltre 20 anni di ricorsi e controricorsi avviati all’epoca da Legambiente. Alla fine, anche a seguito degli ultimatum della Procura della Repubblica di Agrigento, l’amministrazione comunale ha accelerato l’iter per l’abbattimento.
“La vera notizia è l’inversione di tendenza che segna questa demolizione”: lo sottolinea il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana che parla di “sintomo di una cultura che, piano piano, sta finalmente cambiando. Sta cambiando l’atteggiamento di alcune Procure, che hanno cominciato a diffidare i Comuni che non abbattono le speculazioni edilizie, ed è cambiato quello dell’amministrazione di Realmonte, che finalmente si è mossa per agevolare questa demolizione e far inserire la spiaggia di Scala dei Turchi tra i beni Unesco”.
Dalla demolizione, secondo il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, viene “un monito ai sindaci e alla classe politica su quale sia la strada giusta da perseguire perché ci dice che solo abbattendo gli abusi questo paese può tornare a far sorridere i suoi territori”.
Esulta anche il presidente del Fai (Fondo ambiente italiano), Andrea Carandini: “Vogliamo – commenta – che le ruspe che hanno abbattuto oggi la struttura abusiva possano diventare simbolo della difesa del patrimonio naturale e paesaggistico, vero motore di sviluppo – se non vilipeso e abbandonato – del nostro Paese, dove ancora troppi scempi deturpano le coste e più in generale il paesaggio”.
(foto tratta da www.agrigentoflash.it)