Al Borsellino quater Spatuzza su Mister X: “Parlino gli uomini di Stato che hanno ricordato solo dopo 20 anni”

di Redazione

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Al Borsellino quater Spatuzza su Mister X: “Parlino gli uomini di Stato che hanno ricordato solo dopo 20 anni”

| mercoledì 12 Giugno 2013 - 14:41

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PALERMO, 11 GIUGNO 2013 – Secondo giorno di dichiarazioni a Roma per il pentito Gaspare Spatuzza al processo Borsellino quater che vede alla sbarra i boss Salvo Madonia, Vittorio Tutino e i falsi collaboratori di giustizia Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci.

 

All’aula Bunker del carcere di Rebibbia si torna a parlare di “Mister X”, l’uomo che Spatuzza trova nel garage dove doveva essere costituita la Fiat 126 utilizzata come auto bomba in via D’Amelio. “Non era di Cosa nostra. Ne sono convinto – ha detto il pentito -. Siccome si presume che appartenesse alle forze dell’ordine e la mia vita la gestiscono loro, sono io la prima persona ad avere interesse a vederla in carcere”.

 

Il pm Nico Gozzo gli chiede maggiori particolari su quell’uomo ma Spatuzza spiega che il suo ricordo è “sfocato” e nulla può aggiungere alla descrizione fornita agli inquirenti durante la collaborazione. Poi un appello dal sapore amaro: “Chi sa più di me parli, tante istituzioni hanno trovato la memoria dopo 20 anni, mentre a me, perché tutelavo la mia sicurezza è stata revocata la protezione”.

 

Il pentito si riferisce alla decisione del ministero degli Interni che nel 2010 revocò il programma di protezione. Una decisione motivata con il fatto che alcune dichiarazioni, soprattutto il colloquio con Graviano a Roma nel quale il boss parlò di Berlusconi, arrivarono oltre i 180 giorni previsti dalla legge come termine entro il quale il collaboratore deve riferire tutto ciò che sa. Una revoca poi bocciata dal Tar e ritirata dalla Commissione del Viminale.

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