Sistema Giacchetto, continuano gli interrogatori. “Sono solo una casalinga”: scarcerata la moglie

di Redazione

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Sistema Giacchetto, continuano gli interrogatori. “Sono solo una casalinga”: scarcerata la moglie

| venerdì 21 Giugno 2013 - 13:13

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PALERMO, 21 GIUGNO 2013 – Solo una casalinga, all’oscuro di ciò che il marito facesse con le società a lei intestate a sua insaputa. Concetta Argento, moglie del pubblicitario Fausto Giacchetto, ha convinto i giudici della sua estraneità al sistema di tangenti e corruzione contestato al marito e ad altre 15 persone.

 

Il Gip Luigi Petrucci ha disposto in mattinata la scarcerazione della donna imponendole l’obbligo di dimora a Bagheria e Santa Flavia. Lo stesso Giacchetto, nel lungo interrogatorio di ieri, durato circa quattro ore, ha cercato di scagionare sia la moglie che la segretaria dalle accuse. Oggi l’audizione di Concetta Argento che avrebbe confermato la sua assoluta estraneità.

Ieri, oltre a Giacchetto, sono stati sentiti Gaspare Lo Nigro, l’ex dirigente dell’agenzia regionale per il lavoro e l’imprenditore Luciano Muratore. Entrambi hanno negato ogni addebito. Domenico Di Carlo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Chi ha scelto di collaborare è stato invece Pietro Messina, titolare del noto ristorante Burro di viale del Fante, ma soprattutto legale rappresentante della Effemmerre Team srl, e della Strategie di Comunicazione di Messina Pietro. L’imprenditore ha ammesso di aver prodotto falsa fatturazione per quasi un milione di euro tramite le sue società e su indicazione di Fausto Giacchetto.

 

Messina ha giustificato il fatto parlando di un sentimento di riconoscenza per chi lo aveva aiutato in un momento di difficoltà economica. Ma per gli inquirenti da Messina potrebbero venire anche altre indicazioni, soprattutto su quei pagamenti di beni e servizi che lui effettuava per conto di Giacchetto.

Oggi interrogatorio per il dirigente del servizio turistico di Taormina, Antonino Belcuore, mentre domani toccherà alla segretaria di Giacchetto, Stefania Scaduto. Nessun interrogatorio a Roma, invece per l’ex presidente del Ciapi Francesco Riggio che si è avvalso della facoltà di non rispondere come l’ex assessore Gianmaria Sparma, anche lui in carcere a Rebibbia.

 

Il primo potrebbe chiedere più avanti di essere ascoltato, il secondo ha fornito una documentazione a sua discolpa tramite il legale. Anche lui potrebbe chiedere di essere sentito in seguito. Ma anche le indagini continuano, soprattutto nell’altro filone di inchiesta denominato “Sicilia Grandi Eventi”. Sequestrata un’altra mole di documenti si cercano nuovi riscontri.

 

Come si cercano altre somme di denaro che farebbero diventare i 15 milioni di euro sottratti al Ciapi solo la punta di un iceberg. Intanto nella sede del Ciapi di Palermo i venti dipendenti, senza stipendio da sette mesi, sono increduli e lasciati soli nella barca che affonda.

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