Palermo, allarme musei: pochi visitatori, molte difficoltà. C’è un enorme patrimonio da valorizzare

di Redazione

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Palermo, allarme musei: pochi visitatori, molte difficoltà. C’è un enorme patrimonio da valorizzare

| venerdì 21 Giugno 2013 - 19:38

Gam

PALERMO, 22 GIUGNO 2013 – Si conferma un vero paradosso la Sicilia e il suo capoluogo: una delle regioni con la più alta densità di siti storico-culturali continua la sua discesa verso l’oblio e il degrado.

Siti archeologici, ma soprattutto i musei di Palermo, navigano in cattivissime acque e le amministrazioni locali, tra noncuranza e carenze economiche, rimangono a guardare. Dati alla mano, come riporta uno degli ultimi numeri del Giornale dell’arte, dal 2008 ad oggi i visitatori dei 62 siti dei beni culturali siciliani sono passati da 4,5 milioni a 3,3 milioni.

Inoltre il 75%, dei suddetti visitatori si recano soltanto in 8 luoghi: Taormina, Siracusa, Segesta, Agrigento, Piazza Armerina, Selinunte, Monreale e, a Palermo, alla Cappella Palatina.

A Palermo i turisti sono principalmente attratti da siti archeologici, chiese e località balneari: i musei, se non fosse per le scolaresche, rimarrebbero pressoché deserti. Ed infatti, sfogliando i dati sui visitatori forniti dai principali musei cittadini, Palazzo Abatellis, Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Sant’Elia, Museo Pitré e Palazzo Riso, notiamo come i risultati raggiunti non sfiorino neanche lontanamente il numero visitatori dei principali musei nazionali, come la Galleria degli Uffizi di Firenze, quasi due milioni di visitatori nel 2012 o i cinque milioni dei musei Vaticani o ancora gli ottocento mila visitatori del museo Capodimonte di Napoli.

A Palermo il risultato migliore lo raggiunge la “Galleria Regionale della Sicilia” di Palazzo Abatellis. La più importante pinacoteca della Sicilia, dopo un lungo restauro da 12 milioni di euro, nel 2012 ha ospitato circa 40 mila visitatori, con un incremento di mille unità rispetto all’anno precedente. “Siamo in controtendenza per fortuna – afferma la direttrice Giovanna Cassata – i fondi sono pochi e noi cerchiamo di fare il possibile, di valorizzare e di avvicinare la gente con i nostri tesori, insomma con ciò che abbiamo”.

Sebbene sia il sito museale più visitato, intorno alla splendida pinacoteca si concentrano anche aspre critiche e polemiche, come quella di Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia, che neanche un paio di mesi fa denunciava: “Orari incerti e apertura del sito non garantita. Buona parte del personale dieci anni fa lavorava in una fabbrica di scarpe che ha chiuso. Sono tutti passati alla Regione come precari part time: 20 ore a settimana. Se aprire o no si decide al mattino, a seconda del personale che arriva”.

La Galleria d’arte moderna nel 2012, invece, ha ospitato circa 16 mila visitatori e rappresenta per giornalisti ed esperti del settore il fiore all’occhiello dei musei palermitani. Citando le parole di Edek Osser e Tina Lepri, autori di un lungo reportage riportato sull’ultimo numero del Giornale dell’arte “Dall’ inaugurazione del 2006 funziona regolarmente: orari precisi, una buona caffetteria, bookshop, servizi didattici. Un’isola di normalità”.

La direttrice della Galleria, Antonella Purpura, e il responsabile della comunicazione di Civita, l’associazione che gestisce i servizi della Gam, Antonio Gerbino, sono sulla stessa linea d’onda: “In una città come Palermo, rispettare degli standard di normalità diventa un’eccezione e un segno di eccellenza. E noi con orgoglio possiamo dire di rispettarli tutti. Basiamo il successo del museo – concludono – sulla nostra mostra stabile dei pittori e scultori dell’ottocento siciliano, ma anche sui laboratori didattici che offriamo a bambini e studenti”.

Se per i curatori della Gam la cultura deve essere un servizio essenziale da rendere alla comunità e non un business, di tutt’altro avviso è l’avvocato Antonio Ticali, il soprintendente della fondazione Sant’Elia che gestisce dallo scorso febbraio i siti della Provincia di Palermo: Palazzo Sant’Elia e il Loggiato San Bartolomeo. “I siti storici devono essere una risorsa per il territorio, devono creare lavoro e reddito – afferma il soprintendente – la gestione di questi luoghi deve essere basata su principi economici e performanti. I due spazi espositivi non sono utilizzati, infatti, solo come musei, ma vengono affittati a privati non solo per ospitare mostre ma anche come location per eventi e convention”.

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