Miccoli indagato per estorsione. Intercettazioni choc col figlio del boss: “Quel fango di Falcone…”

di Redazione

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Miccoli indagato per estorsione. Intercettazioni choc col figlio del boss: “Quel fango di Falcone…”

| sabato 22 Giugno 2013 - 08:36

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PALERMO, 22 GIUGNO 2013 – La Direzione Investigativa Antimafia ha notificato a Fabrizio Miccoli un avviso di garanzia per estorsione. Il provvedimento è stato emesso dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Francesca Mazzocco e Maurizio Bonaccorso.

 

L’inchiesta parte dalle indagini che riguardano la ricerca di due latitanti, il boss della Kalsa, Antonino Lauricella, detto Scintilluni, poi arrestato e Matteo Messina Denaro. In entrambi i casi gli investigatori si sono imbattuti nel capitano del Palermo.

 

L’avviso di garanzia riguarda i rapporti fra Miccoli e il figlio minore di Lauricella, Mauro (nella foto) che il capitano del Palermo avrebbe utilizzato per recuperare alcuni crediti in maniera tutt’altro che ortodossa. Da qui l’accusa di estorsione.

 

Ma nel fascicolo che riguarda il discusso bomber rosanero c’è molto altro a cominciare dalle quattro schede telefoniche della Tim intestate a prestanomi che Miccoli avrebbe ottenuto da un negoziante di telefonia. Una di queste sembra sia stata utilizzata dal giovane Mauro (che si faceva chiamare Scintilla) durante la latitanza del padre. 

 

Ma la parte più imbarazzante per il capitano del Palermo riguarda le intercettazioni telefoniche e ambientali dei suoi dialoghi con “Scintilla”, rivelati dal quotidiano “La Repubblica”: “Ci vediamo davanti all’albero di quel fango di Falcone” diceva Miccoli a Lauricella jr ed insieme a bordo del potente suv del rosanero la canzoncina che i due cantavano era “quel fango di Falcone”. 

 

Singolare il giudizio del giocatore sul magistrato, visto che tutti ricordano le sue passerelle alle “partite del cuore”, le sue dediche dei gol a Falcone e Borsellino, il suo impegno come testimonial nelle scuole elementari e medie e soprattutto le sue partitelle con i giovani ospiti del carcere Malaspina nel corso di iniziative per il recupero dei “giovani difficili”.

 

Capitolo a parte le altre indagini dei Carabinieri del Ros che “beccano” Miccoli con il nipote di Matteo Messina Denaro, l’incensurato Francesco Guttadauro. Incensurato si, ma figlio di chi faceva da corriere dei “pizzini” fra Messina Denaro e Bernardo Provenzano. E l’incontro fra i due avviene in un distributore di benzina gestito da un fiancheggiatore del boss latitante.

 

Capitan Miccoli potrà ignorare il giudizio che ognuno potrà formulare su queste vicende ma ai pm che indagano dovrà presto rispondere chiaramente.

 

 

 

 

 

 

 

 

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