Formazione, bufera a Messina: indagati Genovese e Rinaldi (Pd). Cariche e quote degli enti nel mirino

di Redazione

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Formazione, bufera a Messina: indagati Genovese e Rinaldi (Pd). Cariche e quote degli enti nel mirino

| mercoledì 26 Giugno 2013 - 07:35

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MESSINA, 26 GIUGNO 2013 – Inchiesta della Procura di Messina sui finanziamenti per la formazione professionale regionale. Destinatari di avvisi di garanzia il parlamentare nazionale del Partito democratico, Francantonio Genovese, suo cognato, il deputato regionale del Pd Franco Rinaldi, e altre nove persone.

 

Come anticipa il quotidiano peloritano “La Gazzetta del Sud” , le indagini riguardano i Fondi europei per la Formazione 2007-2013. Le accuse sono associazione per delinquere, peculato e truffa.

 

Le altre nove persone sono le mogli dei due politici, Chiara e Giovanna Schirò, e poi la sorella di Genovese, Rosalia, il nipote Marco Lampuri, e Nicola Bartolone, Graziella Feliciotto, Salvatore Natoli, Roberto Giunta e Concetta Cannavò. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita.

 

I due politici erano stati al centro delle polemiche dopo un’inchiesta della trasmissione di Milena Gabanelli, Report che aveva sollevato anche le ire del presidente Rosario Crocetta. Nodo della questione le partecipazioni societarie dirette o o indirette in alcuni enti di Formazione che hanno ottenuto l’annualità del famoso Avviso 20. Ad iniziare dalla Lumen, la cui presidente è stata Elena Schirò, moglie di Rinaldi. Poi la Training Service, che attraverso incroci con altre società avrebbe avuto come soci Rinaldi e Genovese. Partecipazioni societarie relative agli scorsi anni.

 

Genovese e Rinaldi si dicono fiduciosi nella giustizia. “Mi preme oggi sottolineare – dice Genovese – l’assoluta fiducia nell’operato della magistratura. La giustizia farà il suo corso e sono certo di potere dimostrare la correttezza della mia posizione. Con serenità affronto quindi questo momento, con la consapevolezza che le tutele garantite dal nostro ordinamento giudiziario a chi è indagato mi consentiranno di chiarire ogni aspetto della vicenda. Resto quindi a disposizione della magistratura sin da subito al fine di potere sgomberare il campo da qualsiasi ombra che riguarda il mio operato e contribuire, con le mie dichiarazioni, a chiarire il quadro dell’inchiesta”.

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