Pantelleria, ritrovati resti archeologici di una flotta punica

di Redazione

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Pantelleria, ritrovati resti archeologici di una flotta punica

| sabato 29 Giugno 2013 - 07:49

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PANTELLERIA (TP), 29 GIUGNO 2013 – Resti di una flotta punica sono stati trovati a circa 60 metri di profondità nei fondali di Pantelleria durante un progetto di ricerca coordinato dal Consorzio Pantelleria Ricerche e dalla Soprintendenza del mare della Regione Siciliana.

Si tratta di 30 ancore di piombo, quattro anfore e quattro lingotti, sempre di piombo, di diversa tipologia. Secondo gli esperti la disposizione in cui sono state ritrovate le ancore e le analogia con altri contesti simili, come il sito di Capo Grosso a Levanzo, dove ebbe luogo la battaglia delle Egadi nel 241 a.C., fanno pensare che i resti siano quelli di un ormeggio di emergenza da parte di una flotta di navi puniche. Probabilmente si tratta di un momento delle battaglie navali con le quali i Romeni presero il controllo dell’isola nel corso del III secolo a.C., per due volte.

I ritrovamenti avvengono a due anni di distanza dalla scoperta di 3500 monete puniche, nel corso della seconda fase del progetto per la valorizzazione e fruizione dei siti archeologici sommersi che si trovano vicino alle infrastrutture di Cala Levante e Cala Tramontana. Un progetto che il Consorzio Pantelleria Ricerche (composto dall’Università di Sassari, Ares Archeologia e Diving Cala Levante), ha iniziato lo scorso 15 maggio e che terminerà a metà luglio., con un team di 10 professionisti, composto da 2 archeologi, 2 fotografi, 4 operatori tecnici e 2 assistenti di superfice.

La scoperta è stata effettuata tramite la mappatura dei fondali delle due baie. I fondali sono stati scandagliati da 8 fino a 100 metri di profondità, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma e del Cnr. Effettuata anche l’indagine stratigrafica subacquea del carico di un relitto situato a 20 metri di profondità dove sono stati rivelate anfore di produzione cartaginesi dello stesso periodo. 

 

I reperti individuati sono stati allestiti in un itinerario sommerso a Cala Tramonana, lungo il quale sono stati applicati cartellini esplicativi per far riconoscere i reperti ai subacquei che visiteranno il sito archeologico.

 

(foto d’archivio)

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