Trattativa Stato-mafia, pm nel mirino: raid in casa di Roberto Tartaglia. Scorta rafforzata a Nino Di Matteo

di Redazione

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Trattativa Stato-mafia, pm nel mirino: raid in casa di Roberto Tartaglia. Scorta rafforzata a Nino Di Matteo

| sabato 29 Giugno 2013 - 08:13

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PALERMO, 29 GIUGNO 2013 – L’allarme torna altissimo al Palazzo di Giustizia di Palermo. Le intimidazioni e gli episodi inquietanti attorno ai magistrati che si occupano del processo sulla trattativa Stato-mafia si fanno sempre più frequenti e appaiono di tenore sempre più minaccioso.

 

Come rivela stamattina l’edizione on line de “La Repubblica”, un nuovo episodio è accaduto giovedì. Ignoti sono penetrati nell’appartamento di Roberto Tartaglia mentre il sostituto procuratore era all’aula bunker dell’Ucciardone per l’udienza del processo.

 

Il pm ha trovato la serratura della porta d’ingresso della sua casa vicino al Politeama forzata, cassetti e armadi rovistati e una sorta di “altarino” all’ingresso costruito all’ingresso con alcuni oggetti presi dalla camera da letto. Un episodio che si lega a molti altri a iniziare dagli strani movimenti nello scorso dicembre nel pianerottolo dell’abitazione del sostituto Nino Di Matteo (nella foto).

 

I Carabinieri della sua scorta si accorsero di strani lavori dentro una cassetta elettrica proprio nel week-end nel quale Di Matteo era fuori Palermo. Nessuno nel condominio aveva deciso quei lavori. Poi le lettere anonime che annunciavano un attentato al magistrato e i “consigli” alla massima prudenza dell’anonimo estensore del famoso dossier “Protocollo fantasma”. Ed anche sul pianerottolo dell’appartamento di Tartaglia gli investigatori hanno trovato una cassetta di derivazione elettrica manomessa. Forse gli ignoti hano recuperato una microspia sistemata lì in precedenza. 

 

Troppi segnali coincidenti che hanno portato il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza a decidere il rafforzamento delle misure di sicurezza sia per Roberto Tartaglia con più controlli anche nella sua abitazione e soprattutto il massimo livello di tutela per Nino Di Matteo. Decisione presa a Roma, dall’Ufficio centrale scorte, su proposta di Palermo.

 

Nei mesi scorsi da colloqui in carcere fra un boss della Noce e un familiare era scattato l’allarme anche per la sicurezza di un altro componente del pool che si occupa della trattativa, Francesco Del Bene.

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