Trattativa, il processo resta a Palermo. Respinte le eccezioni dei difensori

di Redazione

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Trattativa, il processo resta a Palermo. Respinte le eccezioni dei difensori

| giovedì 04 Luglio 2013 - 09:27

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PALERMO, 4 LUGLIO 2013 – Resta a Palermo il processo sulla trattativa Stato-mafia: lo ha deciso la Corte d’Appello di Palermo che ha respinto tutte le eccezioni sollevate dai legali dei vari imputati ad eccezione di quello di Massimo Ciancimino.

 

Gli avvocati avevano contestato sia la competenza della Corte d’Appello che quella territoriale, invocando il trasferimento del procedimento a Roma, Firenze o Caltanissetta. La Corte ha respinto anche la richiesta di stralcio della propria posizione avanzata dai legali del’ex ministro Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza.

Il presidente della Corte, Alfredo Montalto, ha motivato in modo articolato i motivi del rigetto in un intervento durato quasi un’ora. Nell’aula bunker dell’Ucciardone assenti gli imputati Massimo Ciancimino, Marcello Dell’Utri, Nicola Mancino, Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni.

 

Presenti in videoconferenza tutti i boss ad iniziare da Totò Riina, collegato dal carcere milanese di Opera e “protagonista” delle esternazioni agli agenti della Polizia Penitenziaria, finite in un rapporto accluso alle carte del processo. In video anche Leoluca Bagarella da Ascoli Piceno, Antonino Cina’ da Parma e Giovanni Brusca da una località segreta. Presenti il procuratore aggiunto Vittorio Teresi e i pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. Prossima udienza, dopo la pausa estiva, il 26 settembre. 

 

Intanto sulle dichiarazioni di Riina interviene il Procuratore capo Francesco Messineo, a margine della firma del Patto di Legalità alla Camera di Commercio. “Abbiamo debitamente registrato le dichiarazioni di Riina e le abbiamo versate nelle opportune sedi processuali. La valutazione verrà fatta in dibattimento, non possiamo enfatizzarle. Sarebbe assurdo pensare che Riina si sia deciso a collaborare. Sono dichiarazioni che hanno un forte interesse processuale”.

Sul processo e l’imminente commemorazione del 19 luglio aggiunge: “Occorre tenere separati i due fatti: la commemorazione di Paolo Borsellino da un processo in corso di celebrazione. Il processo è una attività giudiziaria che deve svolgersi con la necessaria serenità e nel quale sono oggetto di accertamento i fatti che si svolsero tra il ’92 e ’93. La commemorazione è un fatto emotivo che coinvolge tutti”.

“Da soli la battaglia contro la mafia non possiamo vincerla – ha concluso – la mafia, lo hanno detto anche i pentiti, da sola non può fare tutto quello che fa. L’organizzazione criminale si rivolge a professionisti di altissimo livello per riciclaggio e reinvestimento”.

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