La crisi economica del Pd siciliano, Ferrandelli: “Pagare? No, mi hanno lasciato pieno di debiti”

di Redazione

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La crisi economica del Pd siciliano, Ferrandelli: “Pagare? No, mi hanno lasciato pieno di debiti”

| sabato 06 Luglio 2013 - 15:58

ferrandelli e faraone renziani

PALERMO, 6 LUGLIO 2013 – Non ci sta Fabrizio Ferrandelli a sentirsi esposto al pubblico ludibrio per la sua presunta “morosità” nei confronti delle casse del Partito Democratico. Lupo lo indica tra i cattivi pagatori e lui rilancia: “Dopo la campagna elettorale mi hanno lasciato con debiti per più di 50 mila euro”.

 

“Per dignità, senso del pudore e serietà – scrive il deputato sul suo profilo di Facebook – ho taciuto per più di un anno sui debiti ereditati dalla campagna a Sindaco. Ma davanti al tentativo di denigrazione per ‘morosità’ ho rotto il silenzio, nonostante innumerevoli richieste ai vertici del partito,  e intrapreso un’operazione di trasparenza e verità.

 

La querelle nasce perchè il Partito democratico ha ammesso di non avere più liquidità, nelle casse resterebbero soltanto 30 mila euro. Una situazione generata dal fatto che i parlamentari eletti del Pd, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e gli assessori della Giunta, chi più chi meno, da mesi non versano la quota che spetta al partito mensilmente. Soldi che principalmente servono per pagare i dieci dipendenti.

 

Ma il parlamentare regionale non ci sta e non vuole pagare i 12 mila euro che dovrebbe al Partito democratico, che definisce “stalinista” per i metodi con cui sta “umiliando” i suoi iscritti.

 

Il parlamentare regionale del Pd ha pubblicato sul suo blog una memoria dettagliata che comprende i debiti lasciati dal Pd a conclusione delle amministrative 2012 che l’ha visto candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra. “Se c’è qualcuno che è moroso e che evade non sono io ma quel partito che oggi mi chiede i soldi e mette in pasto alla stampa il destino incerto dei suoi dipendenti che da me, lo voglio dire ad alta voce, troveranno sempre un punto di riferimento e che difenderò sempre”.

 

“Per farla breve – continua Ferrandelli – finita la campagna elettorale e nonostante i contributi del Pd e di quelli di tanti sostenitori, il giorno dopo la sconfitta, mi sono ritrovato con 54.526 euro di debiti non miei, il mio stipendio di impiegato di banca (perchè non faccio il politico di professione), e i creditori che giustamente volevano i soldi. Decido quindi, in assoluta solitudine, di far fronte io a quei debiti. A marzo 2013, vedendo che non ce la facevo, ho chiesto un finanziamento di 25.000 euro. Ho cominciato così a pagare le fatture delle elezioni mentre continuano ad arrivare solleciti di studi legali e ingiunzioni. Chiaramente mi aspettano altri anni per chiudere questa situazione debitoria. Vi chiedo dunque – conclude Ferrandelli – chi è il moroso?”.

 

“Tutto ciò, strano scherzo del destino – ironizza Ferrandelli – avviene nel bel mezzo di una stagione congressuale per il partito e all’indomani di alcune mie prese di posizione sulle difficoltà, ormai evidenti, del Governo regionale. Insomma, la sensazione è che alle mie posizioni politiche di critica rispetto alla gestione del Pd e all’andamento lento dell’esperienza del governo Crocetta, si risponda con metodi che ricordano quelli dei regimi dell’Est dove all’avversario politico si rispondeva non con argomenti politici ma con la disinformazione e la denigrazione”.

 

 

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