ROMA, 6 LUGLIO 2013 – Sono parole forti quelle del capogruppo alla Camera del Pdl che tuona contro i presidenti del Senato e della Camera.
”Le presidenze delle due Camere sono oggi totalmente dissonanti rispetto al sentimento di una larghissima maggioranza – dichiara brunetta – non solo del Parlamento ma dell’intero Paese. Rischiano di vanificare cosi’ il cammino difficile ma produttivo che la grande coalizione di Letta e Alfano sta intraprendendo. Non abbiamo certo bisogno di massimi rappresentanti delle istituzioni – conclude – che lavorino per disegni organici a minoranze estremiste”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta.
Non sembrano essere comunque dichiarazioni estemporanee quelle di Renato Brunetta, che ha sottolineato alcuni atteggiamenti, a suo dire, scorretti dei due presidenti. ” “Ci sono gesti che preoccupano – scrive Brunetta – Nei giorni scorsi il presidente Boldrini si è schierata senza nemmeno un velo di pudore dalla parte della Fiom rifiutando di incontrare non tanto l’ad di Fiat Marchionne, quanto la grandissima parte dei lavoratori di Val di Sangro- sottolinea ancora Brunetta – quasi che la cittadina presidente debba rispondere non al popolo italiano, ma a Landini e Vendola”.
Ma le critiche e gli attacchi non mancano anche per il presidente Grasso “A sua volta Grasso domenica scorsa aveva di fatto – spiega il capogruppo Pdl -preconizzato una nuova maggioranza sostenuta dai grillini, costringendo il capo dello Stato a riparare i danni minimizzando”. Ma gli attacchi a Boldrini e Grasso non sono solo per l’operato analizzato singolarmente, ma anche per l’approccio dei due presidenti al loro mandato ” “E’ bene che la strana coppia recuperi il senso delle istituzioni e la finisca di coltivare velleità non in linea con il proprio compito di rappresentanza democratica”.
Il presidente del Senato non ha rilasciato dichiarazioni in merito alla nota di Renato Brunetta, mentre Laura Boldrini affida al suo portavoce la replica: “Solo forzature polemiche (politiche o editoriali) possono leggere come scelta di parte, e non istituzionale, l’appello rivolto dal presidente della Camera al mondo sindacale e a quello imprenditoriale. Tutti siamo chiamati a sfide nuove”.