Il monito dell’arcivescovo Romeo: “Obbligati ad interrogarci su che città consegniamo alle nuove generazioni”

di Redazione

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Il monito dell’arcivescovo Romeo: “Obbligati ad interrogarci su che città consegniamo alle nuove generazioni”

| sabato 13 Luglio 2013 - 13:27

orlando romeo messa palazzo aquile

PALERMO, 13 LUGLIO 2013 – Torna a pungolare politici e amministratori, l’Arcivescovo di Palermo, Cardinale Paolo Romeo, alla tradizionale messa celebrata a Palazzo delle Aquile per il 389° Festino di Santa Rosalia.

Lo fa citando il Beato Pino Piglisi: “In una riflessione sulla necessità di vocazioni al servizio – ha detto Romeo nell’omelia – il Beato scriveva che abbiamo bisogno anche di vocazioni al servizio politico e amministrativo. Politici ed amministratori, dunque, per vocazione, non per mestiere, nè per interessi personali”.

Romeo ha collegato questa citazione al tema del Festino di quest’anno: “Ciò è connesso a uno sguardo sul futuro, che è sana e autentica preoccupazione per le nuove generazioni. Un amministratore che non guardi al futuro è solo un gestore di emergenze. Non si contribuirà a far crescere la città finchè essa non sarà posta in un movimento di vero sviluppo”.

 

“Quell’Alzati! che Rosalia ha ascoltato per orientarsi ad una scelta eremitica, oggi risuona in questo Palazzo delle Aquile – ha continuato – e dice, alla maniera di don Puglisi, che l’amministrazione della nostra Città è autentica vocazione, movimento di uscita da se stessi per un vero servizio al bene comune, in una costante proiezione verso la costruzione di una convivenza piu’ giusta, piu’ fraterna, più pacifica, più solidale”.

 

“È il “di piu'” – ha aggiunto Romeo – che ci scomoda, che richiede la coerenza evangelica, che ci fa abbandonare una fede relegata nel privato e ci proietta verso la pienezza del servizio, nel dinamismo di una vera e propria missione in cui qualsiasi amministratore è chiamato a spendersi per gli altri”.

Per il Cardinale le due parole “futuro” e “bambini” che caratterizzano il Festino 2013 devono “obbligarci ad interrogarci su che città stiamo consegnando alle nuove generazioni. Il futuro non serve soltanto costruirlo, piuttosto bisogna vedere come si costruisce, come lo si intende costruire, in quale direzione si vuole andare”.

 

“Se vogliamo invitare la Città di Palermo ad alzarsi ed a camminare verso un futuro negli orizzonti della speranza – ha evidenziato l’Arcivescovo – è necessario che noi per primi ci alziamo e ci mettiamo in cammino. Questa la prima indicazione”.

Romeo nel corso della sua omelia è tornato a far riferimento a Padre Puglisi “anche lui, come San Benedetto il Moro e Santa Rosalia, fulgida gemma della nostra Chiesa e della nostra Città, pur non chiudendosi mai al dialogo con i singoli, e pur favorendolo sul terreno comune dell’uomo in situazione, puntò sempre a costruire o ricostruire la pienezza dell’umano. Il suo impegno formativo sia esempio anche per gli amministratori che hanno il grave dovere di educare attraverso iniziative legislative che siano sempre al servizio della vera identità dell’uomo”.

 

Per l’Arcivescovo di Palermo è necessario che tutti lavorino per ricostruire una Palermo “bella fuori e forte dentro, più vivibile” e con cittadini che possano essere “più sereni ed aperti alla speranza del cambiamento”.

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