Dopo il Festino, la polemica: bufera per il simbolo del Palermo Pride proiettato sulla Cattedrale

di Redazione

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Dopo il Festino, la polemica: bufera per il simbolo del Palermo Pride proiettato sulla Cattedrale

| lunedì 15 Luglio 2013 - 12:28

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PALERMO, 15 LUGLIO 2013 – “Vergogna! Stiamo toccando il fondo! L’ideologia omosessualista proiettata sul nobile portico meridionale della Cattedrale di Palermo in occasione del Festino della Patrona Rosalia! I simboli del Gay pride e delle unioni omosessuali accostati ad un neonato…”. Il segretario particolare dell’Arcivescovo di Palermo affida i suoi strali al profilo di Facebook e scoppia la polemica con il Comune.

 

“Il carro fatto passare a Porta Felice da un cancello con motivi orgiastici… Ma chi può convincermi che è tutto normale? Ma chi può avere argomenti che difendano un vero e proprio insulto alla nobiltà della fede che la Santuzza ed anche la Cattedrale rappresenta? Chi può dirmi che non si tratti di sudicia provocazione?” Continua Don Fabrizio Moscato, segretario particolare dell’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo.

 

Nel corso del Festino, al quale hanno partecipato almeno 200 mila persone, sulla facciata della Cattedrale, tra diversi filmati, è stato anche proiettato il logo del Gay pride, tenutosi nelle scorse settimane a Palermo. Una iniziativa che non è stata gradita dalla Curia. “Questo e’ il futuro visto con lo sguardo dei bambini? No! Questa e’ strumentalizzazione dei bambini! Questo è un futuro IMPOSTO ai bambini da minoranze che hanno uno sguardo falso e deviato… – continua Don Fabrizio – L’unica paura è per i più piccoli che ci guardano…”.

 

Nel corso della giornata Don Moscato precisa: “È mio dovere ribadire che la mia critica, espressa dal mio profilo privato, e pur condivisa da tanti fedeli e cittadini, è del tutto personale e nulla ha a che vedere con eventuali pronunciamenti della Curia di Palermo”.

 

Ma le parole del religioso scatenano un’altra serie di critiche alle immagini. “La provocazione da orgoglio gay ai danni del sentimento religioso e della fede nei confronti di Santa Rosalia – dice Saverio Romano, coordinatore nazionale di Cantiere popolare – si presenta come una gravissima offesa alla Chiesa e ai suoi fedeli. Orlando ne risponda alla città e i palermitani si facciano una chiara idea del loro sindaco, impegnato solo sul fronte dei diritti civili, con oltraggio alla Chiesa e al suo popolo ma sordo e indifferente alla sofferenza e al grido di dolore della città. Orlando e la sua amministrazione hanno scambiato il Festino di Santa Rosalia con il Gay Pride atto secondo”.

 

“La chiesa cattedrale è il luogo sacro per eccellenza per i cattolici, che quindi, come tutti i luoghi sacri di qualsiasi culto, non può e non deve essere utilizzata come sfondo per qualsivoglia proiezione di simboli d’ideologie culturali e politiche. Tanto più se queste ideologie, come quelle del Gay pride, si scagliano contro la famiglia naturale “, dice Raoul Russo, esponente di Fratelli d’Italia. “Qui non è in discussione il problema della discriminazione nei confronti delle persone, tantomeno degli omosessuali in quanto tali, sempre e comunque da condannare – continua Russo – , ma l’utilizzo da parte del Sindaco Orlando del Festino di Santa Rosalia come momento di propaganda dall’ideologia omossesualista, sulla quale, per fortuna vi è ancora libertà di dissentire”.

 

“Abbiamo votato lo stanziamento economico per il Pride, abbiamo detto sì al registro delle Unioni civili ma ciò che è successo in occasione del festino lo riteniamo irrispettoso della Chiesa e delle migliaia dei fedeli che hanno assistito alla tradizionale sfilata del carro in onore di Santa Rosalia”, dicono i consiglieri di Italia dei Valori al Consiglio comunale di Palermo, Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti. “Il festino – aggiungono i due consiglieri – è la festa in onore di Santa Rosalia e non la continuazione del gay Pride, proiettare sulla facciata della cattedrale il simbolo del Pride lo riteniamo una provocazione senza precedenti. Invitiamo il sindaco Orlando, che ha avallato l’iniziativa, a riferire al Consiglio comunale e a prendere le distanze da chi ha proposto il video. Alcune idee vanno condivise e non imposte ed in particolare su questa materia”.

 

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