I politici non pagano per le assunzioni “clientelari” al 118, ora rischiano il pignoramento

di Redazione

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I politici non pagano per le assunzioni “clientelari” al 118, ora rischiano il pignoramento

| martedì 16 Luglio 2013 - 07:33

 

assunzioni 118 politici indagati condannati a pagare

PALERMO, 16 LUGLIO 2013 – Nessuno dei 17 politici condannati dalla Corte dei Conti a risarcire le casse regionali per l’illecito aumento di ambulanze in Sicilia ha ancora pagato il proprio debito, che nel complesso ammonta a circa 12 milioni di euro. E la Serit li mette in mora.

 

L’edizione locale del quotidiano la Repubblica riferisce, infatti, che l’Amministrazione regionale avrebbe chiesto a Equitalia di avviare le procedure esecutive per il recupero delle somme dovute. Ma le cartelle esattoriali non sono state consegnate ai diretti interessati perchè gli indirizzi spesso risultavano errati. I documenti, quindi, sono stati lasciati nelle sedi dei Comuni competenti.

 

Se da settembre non pagheranno, i 17 deputati (attuali o ex) saranno sottoposti alle procedure di pagamento forzato, come ipoteche e pignoramenti.

 

I condannati, infatti, nonostante l’11 luglio l’udienza sulla revocazione del provvedimento sia stata rinviata a dicembre, sono obbligati, intanto, a saldare il debito, pena anche l’applicazione degli interessi.

 

La vicenda riguarda le tre mila assunzioni nel 118 e l’aumento spropositato di ambulanze, che salirono improvvisamente da 158 a 256, deliberate alla vigilia delle elezioni del 2006, “con meri motivi elettorali”, secondo la Corte dei Conti.

 

I 17 politici coinvolti (alcuni nella foto) sono Totò Cuffaro, Antonio D’Aquino, Francesco Scoma, Francesco Cascio, Michele Cimino, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio, Santi Formica, Nino Dina, Giuseppe Basile, David Costa, Giuseppe Arcidiacono, Giancarlo Confalone, Angelo Moschetto, Fabio Granata, Carmelo Lo Monte, Innocenzo Leontini.

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