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Esami a pagamento e una class action, laboratori d’analisi all’attacco. VIDEO

PALERMO, 16 LUGLIO 2013 – I laboratori d’analisi siciliani riaprono ma erogheranno solo prestazioni a pagamento. Dopo alcuni giorni di chiusura, con un’alta percentuale di adesione alla protesta, è stata confermata la loro intenzione di uscire dal sistema sanitario regionale.

 

La vertenza riguarda l’applicazione del cosiddetto tariffario Balduzzi prevista da un decreto: dalla sua introduzione, a inizio di giugno, i laboratori hanno “certificato” perdite medie del 46 per cento. Perdite che, secondo i sindacati, costringeranno i titolari dei laboratori alla chiusura. Ma prima ancora al licenziamento dei dipendenti, quasi un migliaio.

 

Gli operatori annunciano di avere già dato mandato ad un pool di legali per una class action, un’azione risarcitoria di gruppo a cui faranno seguire il ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Prevista anche una manifestazione a Palazzo d’Orleans in data da stabilire e la richiesta di un’audizione in commissione Sanità.

 

Una proposta alternativa, dopo mesi di trattativa, era venuta fuori nonostante alcune divergenze tra le sigle sindacali e cioè la revisione al rialzo del rimborso per alcuni tra gli esami più comuni. Questa bozza avrebbe dovuto essere sottoposta alla giunta regionale ma non è ma arrivata a Palazzo d’Orleans.

 

 

“Siamo stati presi in giro”, denuncia Pietro Miraglia di Federbiologi. Continua dunque il braccio di ferro fra Regione e sindacati che adesso chiedono le dimissioni del direttore generale della Sanità, Salvatore Sammartano.

 

L’assessore regionale per la Salute Lucia Borsellino ha già affrontato la questione, promettendo di girare la questione sui tavoli ministeriali ma confermando che la Regione, essendo sottoposta a Piano Operativo, non può modificare il tariffario senza l’ok ministeriale.

 

I rappresentanti delle sigle sindacali sostengono che la loro proposta non metterebbe in discussione il tetto complessivo del budget previsto per il 2013. “Con il tariffario Balduzzi – precisa Mimmo Marasà, del coordinamento delle sigle sindacali – le prestazioni erogate dai laboratori verrebbero remunerate per circa 75 milioni, ben al di sotto del tetto di spesa di circa 113 milioni di euro”.

 

È stato anche sottolineato come le analoghe prestazioni di laboratorio erogate dalle strutture pubbliche costino anche più del triplo e si paventa anche la possibilità che i 40 e passa milioni “risparmiati” a danno delle strutture private vengano utilizzati per ripianare le perdite della sanità pubblica.

 

“Credo sia giusto attivare anche la commissione antimafia – aggiunge Miraglia – perchè in altre occasioni le intercettazioni hanno rivelato gli interessi della mafia sul settore”. E se non sono quelli della mafia, secondo gli operatori, ci sono comunque altri interessi legati alla chiusura di tante strutture e al disegno di concentrarli in poche mani.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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