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La falsa “questione morale” siciliana che ignora i veri problemi dell’Isola

PALERMO, 23 LUGLIO 2013 – Quanto pensate che interessino, alla gente comune, la guerra interna al Pd, le feroci polemiche con il presidente della Regione Crocetta, le frecciate, le minacce più o meno velate, le prospettive di maggioranza, il rimpasto? Rispondiamo con sicurezza: poco o nulla.

 

La torrida estate siciliana verrà ricordata mediaticamente per le estenuanti battaglie politiche, condite e agitate da quello slogan usato e abusato che non fallisce mai: “questione morale”. Una definizione che è strettamente legata alla autorevole figura di Enrico Berlinguer e dunque, solo per questo, inadeguata all’attuale classe politica.

 

Enrico Berlinguer, segretario del Pci dal 1972 fino al giorno della sua morte, arrivata nel 1984, quando parlò di “questione morale” in una famosa intervista a Eugenio Scalfari non intendeva il problema della illegalità e della disonestà (fenomeni ovviamente deprecabili) ma soprattutto faceva riferimento all’occupazione delle istituzioni da parte dei partiti.

 

Pensate che sia questo il problema della politica di oggi, la politica 2.0 tanto per citare moderne definizioni? Anche in questo caso la risposta è senz’altro no. Non è con qualche conferenza stampa show o con qualche bella frasetta che si risolvono i gravi problemi: bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare con capacità, con senso di responsabilità, con pazienza, con costanza, con buon senso, possibilmente in silenzio per poi fare parlare i fatti.

 

Invece si va avanti come sappiamo tutti. Ogni azione e ogni reazione sembrano andare nella direzione dell’occupazione di pezzi delle istituzioni. Conta il calcolo politico e non quello della gente comune. Dall’elezione di questo governo regionale e dell’assemblea parlamentare sono passati già quasi nove mesi senza che sia stato partorito nulla di veramente rilevante.

 

Ci sono state due elezioni – politiche e amministrative – che hanno rallentato il lavoro e distolto l’attenzione. Adesso che sono finite le elezioni – e con l’estate di mezzo – ci trastulliamo con altri futili problemi. Nel frattempo la macchina amministrativa è più ferma che mai, l’Assemblea regionale viaggia in folle. Abbiamo smarrito il senso delle cose.

 

In Sicilia non ci facciamo mancare nulla, le cose stanno un po’ peggio che nel resto del Paese. Tra scandali veri e presunti, tra un’inchiesta e l’altra, tra un malaffare e un’inefficienza, ci hanno detto che il Pil dei prossimi mesi precipiterà; il Bilancio non sta bene; la disoccupazione – specie quella giovanile – è ai massimi di sempre; forse verranno perfino a mancare i soldi per gli stipendi; c’è una protesta al giorno; la spesa dei fondi europei è al palo; l’industria crolla; il terziario si sfarina; il turismo non decolla, anzi.

 

Qualcuno vuole capirlo che il mondo della politica è sempre più lontano dalla realtà? Le percentuali sempre più ridotte di votanti significano qualcosa? Non è forse una questione morale consentire ai siciliani onesti – la maggioranza – di portare a casa il pane per la propria famiglia?

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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