Palermo, truffa ai danni dello Stato e dell’Ue. Sequestrati beni per 24 milioni di euro

di Redazione

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Palermo, truffa ai danni dello Stato e dell’Ue. Sequestrati beni per 24 milioni di euro

| martedì 23 Luglio 2013 - 07:34

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PALERMO, 23 LUGLIO 2013 – Una truffa milionaria ai danni dello Stato e dell’Unione Europea è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Palermo. Beni per circa 24 milioni di euro sono stati sequestrati all’imprenditore Antonio Fabbrizio, 45 anni, legale rappresentante della RPS Consulting srl.

A finire sotto sequestro un’azienda, quote societarie e immobili riconducibili all’imprenditore accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, malversazione, falso e fittizio aumento di capitale sociale.Sequestrata l’azienda RPS Consulting srl, il cui valore – calcolato sulla base dei dati di bilancio – ammonta ad oltre 22 milioni di euro. Sigilli ache a un immobile di 7 vani e mezzo, sito in una località turistica della provincia di Palermo, del valore commerciale stimato in euro 300.000; quote societarie del valore nominale di euro 205.000; disponibilità finanziarie riconducibili a Fabbrizio per un valore pari a euro 263.257,24.

Le indagini sono state eseguite dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica del nucleo di Polizia tributaria e dalla Guardia di Finanza di Palermo e hanno riguardato ingenti contributi pubblici, di provenienza sia nazionale che comunitaria, ammontanti nel complesso a 5 milioni di euro, di cui uno già erogato, nel quadro del “Bando Industria 2015 – settore Innovazione Industriale – Efficienza Energetica”, destinati alla realizzazione e alla messa in opera di un impianto per la produzione di biocombustibili utilizzando gli scarti della lavorazione del legno ed i rifiuti organici provenienti dal comparto industriale e agroalimentare.

Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle è emerso che il legale rappresentante della società, avvalendosi di documentazione falsa, aveva certificato il possesso di competenze tecnico-scientifiche in realtà inesistenti e dei requisiti economici e finanziari prescritti per l’ammissibilità a finanziamento della domanda di contributo.

Per il primo aspetto la società, al fine di indurre in errore i funzionari e i consulenti del competente Ministero incaricati di valutare la domanda di agevolazioni pubbliche, ha falsamente comunicato l’avvio del processo di acquisizione del know-how e del management tecnico di altra società, inviando, a tale scopo, i curricula vitae del personale che avrebbe assunto. I documenti riguardanti alcuni degli ingegneri di cui la società aveva comunicato la prossima assunzione per dar corso alla realizzazione del progetto erano stati inoltrati all’insaputa degli stessi interessati, che hanno disconosciuto la firma apposta sui curricula trasmessi al Ministero, aggiungendo di essere all’oscuro dell’iniziativa.

Le indagini bancarie svolte dalla Guardia di Finanza hanno poi evidenziato altre truffe finalizzate a dimostrare artificiosamente il possesso dei requisiti finanziari necessari alla realizzazione del programma di ricerca. Il responsabile legale della società sarebbe riuscito a procurarsi la documentazione bancaria per attestare un capitale mai avuto, con tanto di falsi verbali di aumento di capitale sociale. Sono state in particolare accertate operazioni bancarie di prelevamento dai conti personali del rappresentante di importi poco dopo versati sui conti della società e poi nuovamente rientrati sui suoi conti personali.

Ancora i controlli sulle movimentazioni bancarie della società hanno permesso alle fiamme gialle di dimostrare che l’indagato, dopo avere illecitamente ottenuto l’anticipazione di oltre un milione di euro per la realizzazione del programma oggetto del finanziamento, aveva in realtà dirottato parte di tale somma su conti correnti personali, mentre la parte restante era stato utilizzato per il pagamento di spese della società che però nulla avevano a che vedere con la realizzazione dell’impianto per la produzione di biocombustibili.

La Procura della Repubblica di Palermo ha quindi sequestrato in via d’urgenza i beni e le disponibilità finanziarie dell’indagato per un valore corrispondente al finanziamento indebitamente percepito e l’intero complesso aziendale, del valore di oltre 22 milioni di euro, e le relative quote societarie, del valore di oltre 200 mila euro. Il Gip ha convalidato il decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dai Pubblici ministeri titolari delle indagini.

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