Prostituzione minorile, interrogato don Aldo Nuvola: “Mi sentivo solo, ma non conoscevo la loro età”

di Redazione

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Prostituzione minorile, interrogato don Aldo Nuvola: “Mi sentivo solo, ma non conoscevo la loro età”

| mercoledì 24 Luglio 2013 - 10:54

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PALERMO, 24 LUGLIO 2013 – Il gip di Palermo Agostino Gristina ha convalidato il fermo di don Aldo Nuvola, il sacerdote finito in manette ieri per induzione alla prostituzione minorile.

 

Il giudice ha convalidato il fermo ma si è riservato di decidere sull’adozione della misura della custodia cautelare in carcere.

 

Il prete è stato interrogato oggi dai pm Geri Ferrara e Diana Russo che stanno cercando di ricostruire se abbia avuto un ruolo nell’omicidio dell’imprenditore Massimo Pandolfo, ucciso a coltellate tra il 25 e il 26 aprile. Per il delitto venne fermato un diciassettenne che ha raccontato agli investigatori di avere confessato quanto aveva fatto al sacerdote.

 

Gli inquirenti sospettano che il ragazzino, che frequentava gli ambienti della prostituzione gay, avesse una relazione con don Nuvola e che questi possa averlo aiutato nelle fasi successive all’aggressione.

 

Assistito dagli avvocati Marcello Montalbano e Mario Zito (del collegio di difesa fa parte anche l’avvocato Nino Caleca), il prete avrebbe fatto mezze ammissioni: ha ammesso di avere avuto qualche rapporto sessuale a pagamento perchè si sentiva solo, ma ha negato di essere a conoscenza che i suoi partner fossero minorenni.

 

Tre ore di interrogatorio per il sacerdote, inchiodato dalle intercettazioni che provano diversi incontri con ragazzini che gravitano nel mondo della prostituzione gay erano inequivocabili. Il prete ha però sostenuto di ignorare l’età dei giovani adescati. “Ho sbagliato – avrebbe detto il prete agli inquirenti – me ne sarei dovuto andare da Palermo dopo la prima inchiesta. Dovevo ascoltare chi mi aveva detto di andare fuori. Dopo quello che è successo mi sentivo solo e andavo in giro di notte per avere un po’ di compagnia, un po’ d’affetto”.

 

Don Nuvola ha poi ammesso di conoscere il 17enne fermato per l’omicidio dell’imprenditore Massimo Pandolfo ma di non ricordare che questi gli abbia telefonato dopo il delitto e ha comunque smentito il ragazzo che aveva raccontato ai pm di avere confessato l’assassinio al prete.

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