Mafia, operazione Alexander: sequestrati beni per 40 milioni. VIDEO

di Redazione

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Mafia, operazione Alexander: sequestrati beni per 40 milioni. VIDEO

| giovedì 25 Luglio 2013 - 09:56

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PALERMO, 25 LUGLIO 2013 – Scatta il sequestro preventivo di beni per 40 milioni di euro. Il provvedimento fa seguito all’operazione Alexander che aveva portato, lo scorso 3 luglio, all’arresto di capi e gregari del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova e di affiliati ai mandamenti di Brancaccio e Mazara del Vallo.

 

Sigilli innanzitutto alla Ovinsicula, azienda che si occupa di allevamento, macellazione e vendita all’ingrosso di ovini, suini e bovini, valutata 30 milioni di euro. Secondo gli inquirenti l’azienda sarebbe riconducibile ad Antonino Ciresi, ritenuto il boss di Borgo Vecchio e arrestato ad aprile scorso per le estorsioni allo chef Natale Giunta.

 

Sarebbero state alcune intercettazioni dei colloqui in carcere fra Ciresi e il figlio a svelare che l’intestazione a terze persone era solo fittizia: “allora… digli al signor Ania a tutti e due i soci di stare attenti allo “stazzone”… di stare attenti allo stazzone”…/… “… poi un’altra cosa, gli dici a Paoluzzu e a tutti… nei conti e nei discorsi voglio assistere io me l’ha detto mio padre, tutta la fiducia ce l’hai sempre tu Paoluzzu però mio padre vuole che io le cose li devo sapere …“).

 

Il boss faceva anche raccomandazioni affinché, in caso di controlli, nessuno  rivelasse il suo reale ruolo: “… si merita questo… perché è intestato a lui sennò … inc. … ah! Poi digli che se lo chiamano io socio non ci sono perché nel mandato di cattura c’è messo che io sono socio… mio padre dichiarazioni non ne ha fatto, perciò lui quando viene chiamato ma quali soci… veniva a leggersi il giornale, ogni tanto vendeva qualche vitello… “.

 

Del patrimonio aziendale fanno parte gli uffici amministrativi di Via Gallo 46 a Palermo, un unità operativa in via Stazzone sempre a Palermo, una seconda unità operativa, sita in Mezzojuso (PA) ed un immobile ubicato nel comune di San Gavino Monreale, in Sardegna. L’area di Mezzojuso, dove lavorano 55 dipendenti, è una delle più grandi presenti sul territorio siciliano.

 

Erano invece intestati ad Antonino Seranella il pub “Day just” di via Nino Bixio a Palermo, un gommone ed un’altra l’imbarcazione; una Bmw Minicooper e un acquascooter. Seranella, formalmente dipendente della Social Trinacria Onlus da cui percepiva uno stipendio di 1000 euro al mese, è invece ritenuto il braccio destro di Alessandro D’Ambrogio, boss emergente di Porta Nuova.  

 

Sigilli anche alla Trioil S.r.l, con sede amministrativa a Trani in Puglia: l’azienda gestiva un distributore di carburanti, un bar ed un autolavaggio nel comune di Martinsicuro (in provincia di Teramo) in Abruzzo. Beni questi ultimi riconducibili a Vincenzo Ferro, Giovanni Alessi, Pietro Tagliavia e Francesco Scimone, acquisiti – secondo gli inquirenti – con i proventi derivanti dal traffico di droga.

 

Sequestrati infine anche oltre 200 mila euro fra assegni e contanti. Il provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dai procuratori aggiunti Leonardo Agueci e Maria Teresa Principato, dai sostituti Sergio Barbiera, Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco della Direzione Distrettuale Antimafia.

 

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