Blitz antimafia a Roma, arrestate 51 persone. Colpiti anche clan siciliani

di Redazione

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Blitz antimafia a Roma, arrestate 51 persone. Colpiti anche clan siciliani

| venerdì 26 Luglio 2013 - 05:13

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ROMA, 26 LUGLIO 2013 – È scattato all’alba un blitz della polizia che ha portato all’arresto di 51 persone alle quali è stato contestato il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Nella maxi-operazione sono stati individuati esponenti considerati dagli investigatori ”i ‘sancta sanctorum’ del crimine romano e siciliano”.

 

Per quasi un ventennio due gruppi criminali, appartenenti ai clan Fasciani e Triassi, hanno intrattenuto affari a Roma e si sono spartiti il territorio in una sorta di ‘pax mafiosa, in base alle quale tutti potevano tranquillamente gestire i loro illeciti traffici.

 

Sono state colpite le intere famiglie dei Fasciani: in manette sono finiti il capo indiscusso Carmine e i fratelli Giuseppe e Terenzio Nazzareno. Tra i Triassi sono stati arrestati Vito e Vincenzo, appartenenti alla nota famiglia mafiosa dei Cuntrera – Caruana, che da anni si erano trasferiti ad Ostia mantenendo un legame inscindibile con Cosa nostra siciliana.

 

E in manette è finito anche Francesco D’Agati, 77 anni, fratello di Giovanni, considerato il nuovo boss di Villabate. Secondo gli inquirenti lo “zio Ciccio” sarebbe stato il garante della pax mafiosa, quello incaricato di calmare le acque e di fare regnare la calma.

 

L’operazione antimafia non si è limitata ai confini nazionali, ma grazie al coordinamento dell’Interpol contemporaneamente sull’isola di Tenerife è stato individuato uno dei due capi storici della famiglia Triassi, Vincenzo, e sua moglie i quali sono stati portati nelle carceri spagnole in attesa dell’estradizione. 

 

La lunga indagine condotta dalla Squadra Mobile di Roma ha consentito di fornire elementi alla Procura della Repubblica, per contestare ed individuare l’esistenza di un’associazione di stampo mafioso nella Capitale. Il lavoro svolto dagli agenti ha permesso di seguire tutti i passaggi criminali dei vari affari delle organizzazioni: dall’ingresso di un nuovo appartenente agli accordi tra i capi per la spartizione del territorio, alle riunioni per dirimere le controversie sorte nella gestione del territorio. Ma anche la pianificazione di omicidi o tentati omicidi necessari per garantire e ripristinare la supremazia su qualsiasi attività.

 

La maxi-operazione ha visto impegnati circa 500 tra uomini e donne della polizia di Stato. In campo anche i reparti speciali, un elicottero, le unità cinofile e le pattuglie della polizia marittima.

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