Antiparentopoli, il ddl al commissario dello Stato non piace: “Si riscriva o si adotti decreto anticorruzione”

di Redazione

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Antiparentopoli, il ddl al commissario dello Stato non piace: “Si riscriva o si adotti decreto anticorruzione”

| lunedì 05 Agosto 2013 - 09:46

forzese incontra aronica anti parentopoli

PALERMO, 5 AGOSTO 2013 – Il ddl antiparentopoli è stato al centro di un confronto questa mattina tra il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, e il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana, Marco Forzese.

 

Il testo approdato nei giorni scorsi nell’aula dell’Ars, dopo le schermaglie tra fronti contrapposti, è stato rispedito in Commissione per trovare un accordo. E il presidente Forzese ha chiesto al Governo di essere presente alla riunione dell’organo parlamentare per effettuare la riscrittura del testo.

 

Lo scopo dell’incontro con Aronica, ha spiegato Forzese, “è stato quello di eliminare eventuali profili di incostituzionalità delle norme che prevedono nuovi e diversi casi di ineleggibilità e incandidabilità per i deputati che hanno interessi diretti nella Formazione professionale e in altri ambiti dell’amministrazione regionale”.

 

“Ho avuto un proficuo incontro con Carmelo Aronica, per un approfondimento sul ddl antiparentopoli sul quale il Governo regionale ha l’obbligo di una riscrittura – ha detto Forzese uscendo dagli uffici del commissario dello Stato –  così come è stato stabilito nel corso dell’ultima seduta del parlamento regionale. Tra poco, alle 14, riferirò al presidente della Regione, Rosario Crocetta, dell’incontro avuto in piazza Camporeale per far svolgere poi alla commissione Affari istituzionali il suo compito, alla luce delle nuove determinazioni che il governo dovrà assumere”.

 

Ma di fronte alle perplessita del commissario Aronica, è intervenuto il parlamentare regionale e segretario del Centro democratico, Pippo Gianni: “Piuttosto che continuare su un ddl palesemente incostituzionale, si applichino le norme nazionali vigenti e particolarmente dure. Suggerisco che la Regione siciliana applichi il decreto legislativo 39/2013, e cioè la legge anticorruzione, che al suo interno contiene tutte le misure e le contromisure per combattere il malaffare”. 

 

“Il Commissario dello Stato – ha spiegato il deputato M5S Salvatore Siragusa – ha rilevato diversi principi di incostituzionalità nel ddl così com’è adesso. E questo sia che la riscrittura avvenga nel senso dell allargamento a tutti i rami della pubblica amministrazione, sia che riguardi solo la formazione professionale. Il ddl si discosta dalle leggi di incandidabilità nazionali e inoltre esiste la legge anticorruzione, la 39 del 2013 che tratta gia la materia, bastava partire dal solco di questa legge”.

 

Ieri Forzese aveva chiesto al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, di non permettere al Parlamento regionale di andare in ferie prima che la norma venga approvata definitivamente.

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