Stanno tornando in Sicilia i pescherecci sequestrati a Malta. Hanno pagato multe salate per la libertà

di Redazione

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Stanno tornando in Sicilia i pescherecci sequestrati a Malta. Hanno pagato multe salate per la libertà

| lunedì 05 Agosto 2013 - 10:17

pescherecci

PALERMO, 5 AGOSTO 2013 – Potrebbero tornare a casa già oggi gli equipaggi siciliani di “La Madonnina” di Scoglitti (Ragusa) e “Principessa I” di Licata (Agrigento), i pescherecci sequestrati giovedì dalle motovedette di Malta perché accusati di aver sconfinato in acque territoriali de La Valletta.

 

Per essere liberi hanno dovuto pagare le multe, che la Regione ieri aveva detto di non poter coprire con i propri fondi. In mattinata, la moglie e la mamma di Salvatore Penna, il capo barca della “Madonnina” hanno effettuato il bonifico di 23 mila 500 euro che consentirà ai loro familiari di tornare il Sicilia. Stessa operazione è stata compiuta dall’armatore del “Princessa Primo”, Antonio Saporito.

 

“È stata una corsa contro il tempo – racconta Gaetano Cannizzo, presidente della Cooperativa dei pescatori, che ha assistito la famiglia Penna dal momento del sequestro della barca – perché c’erano da recuperare alcuni crediti e racimolare una somma, che non è esigua di questi tempi”. La mamma di Penna ha fatto ricorso anche al suo libretto di risparmi per consentire la liberazione del figlio.

 

“Abbiamo spedito via mail tutta la certificazione al legale di fiducia che ha seguito la vicenda e che sta provvedendo a depositare la copia del bonifico in cancelleria, in modo che vi sia il provvedimento del giudice per il rilascio dell’imbarcazione e dell’equipaggio”, aggiunge Cannizzo.

 

A seguito del processo per direttissima, i capitani delle due imbarcazioni hanno patteggiato e sono stati condannati a 20.000 di multa ciascuno. Stamattina, dopo aver dimostrato l’avvenuto pagamento della sanzione, hanno ottenuto dalle autorità maltesi il permesso di tornare in Italia.

 

Sin dall’inizio della vicenda l’Ambasciata italiana a Malta – in costante contatto con la Farnesina, il Comando delle Capitanerie di Porto ed il legale dei connazionali – ha prestato ai due capitani ed ai loro equipaggi ogni possibile assistenza, fornendo beni di prima necessità e facendo loro visita anche durante il processo.

 

L’Ambasciata è inoltre intervenuta per accelerare il trasferimento della somma necessaria al dissequestro delle imbarcazioni facendo sì che entrambe possano già oggi ripartire per l’Italia.

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