L’Ars dice addio alla Tabella H. Scontro fra Cancelleri e Crocetta. L’aula vara il ddl antiparentopoli

di Redazione

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L’Ars dice addio alla Tabella H. Scontro fra Cancelleri e Crocetta. L’aula vara il ddl antiparentopoli

| lunedì 12 Agosto 2013 - 14:53

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PALERMO, 12 AGOSTO 2013 – Addio Tabella H, in “zona Cesarini” l’Assemblea regionale siciliana ha varato la legge che dovrebbe archiviare definitivamente la Tabella H e che prevede un bando per l’assegnazione dei contributi ad enti e associazioni. Varato anche il ddl antiparentopoli.

 

Per la cancellazione della Tabella H hanno votato a favore 48 dei 61 parlamentari presenti in Aula, 12 si sono detti contrari mentre solo un deputato si è astenuto. Il voto è arrivato dopo ore di aspre polemiche sui due ddl al centro dell’ultima seduta dell’Ars prima della pausa estiva. Il nuovo ddl prevede un fondo destinato agli enti “meritevoli” presso la ragioneria generale della Regione di otto milioni e mezzo di euro da ripartire tra i vari dipartimenti regionali.

 

I deputati a maggioranza hanno approvato i tre articoli del ddl sull’ex Tabella H, che rimpingua con altri 5 milioni di euro il fondo destinato alle Province portando la dotazione a 49 milioni. La norma prevede una valutazione delle singole istanze e della validità sociale e culturale dei singoli richiedenti. Solo due milioni saranno destinati ai teatri, ed in particolare: al teatro Stabile (200 mila euro) al Bellini di Catania (300 mila euro) al teatro di Messina (200 mila euro), allo Stabile (300 mila euro) e al Massimo di Palermo (300 mila euro), alla Fondazione orchestra sinfonica siciliana (300 mila euro) e all’Istituto nazionale del dramma antico (200 mila euro).

 

I fondi ai teatri sono garantiti, mentre tutti gli altri, tra enti e associazioni potranno accedere ai contributi solo attraverso bandi. Sarebbero in tutto 40 gli enti teatrali classificati come “potenziali contenitori” nel ddl. In aula non si trova l’accordo per finanziare le province in merito alle spese necessarie per le scuole siciliane.

 

Ma il governatore Rosario Crocetta prende la parola per precisare: “Noi possiamo diramare una circolare per privilegiare le scuole che iniziano le loro attività a settembre. Mentre sulle province in generale si può legiferare con le variazioni di bilancio, in commissione si stanno valutando le altre necessità delle province”. Ma poi l’emendamento del Governo, che destinava risorse in via prioritaria alle scuole per fronteggiare l’attuale emergenza è stato ritirato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta.

 

“Mai più favoritismi, con leggi-provvedimento, nell’erogazione di contributi a favore di enti e associazioni. Morta e sepolta la tabella H, con la legge approvata oggi dall’Ars, l’assegnazione dei contributi avverrà in base a criteri di merito, considerando la validità e le finalità delle iniziative proposte dagli enti e dalle associazioni che parteciperanno agli avvisi di selezione”. Lo ha detto il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, intervenendo oggi in aula.

 

“Abbiamo scelto con il presidente Crocetta di seguire la via della chiarezza e della trasparenza – continua Lupo – affermando la separazione della funzione legislativa dell’Ars da quella amministrativa della giunta di governo. È necessario adesso dare rapida attuazione alla riforma approvata e prevedere a breve un’adeguata copertura finanziaria con particolare riferimento all’area della disabilità dell’emergenza sociale e socio-sanitaria, della cultura e dello sport”.

 

Nel corso del dibattito sul ddl antiparentopoli aspro scambio di accuse fra il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri e il Governatore Rosario Crocetta. Cancelleri parte dalla vicenda Muos per un breve intervento che sembra sancire la rottira fra grillini e Governo: “Lei disse in tv di essere più grillino dei grillini, di avere sette stelle. Lei ha megafoni in quantità, ma di stelle non ne ha nessuna”. “Mi aspettavo – ha affermato Cancelleri – un intervento deciso del presidente della Regione a salvaguardia del parlamento e da parte di chi come me è stato attaccato solo per aver espresso un giudizio sul merito. Aspetto le scuse ufficiali e pubbliche per le sue dichiarazioni sul mio datore di lavoro. E anche sulle dichiarazioni che ci sono mafiosi in Aula, lei non ha risposto ha detto solo che ci sono punciuti e avvicinati: io desidero i nomi”.

 

Cancelleri poi arriva alla stoccata finale: “Se a dicembre non cambierà nulla siamo pronti alla mozione di sfiducia. Cosa metteranno nella pentola famiglie e imprese siciliane, chiacchiere?”.

 

Poi Cancelleri critica anche gli attacchi alla stampa e la richiesta di decidere da che parte devono stare. “Il suo è un gioco pericoloso, non esiste solo il bianco o il nero. Tante belle parole – ha concluso – tanti proclami ma della rivoluzione ma non c’è nemmeno l’odore. C’è solo puzzo di compromesso morale”.

 

Subito dopo prende la parola Crocetta che accusa Cancelleri di “strizzare l’occhio all’opposizione per salvaguardare politicamente il suo movimento e continua: “Non penso che il Parlamento sia mafioso. Ma trovo assurdo ergere uno steccato corporativo dicendo andate a denunciare. Le assicuro che abbiamo già denunciato. Sulle nomine, il Parlamento è liberissimo e il governo non ha nulla da eccepire. Rispetto al mio stipendio sono affari miei personali e non attengono alle sue valutazioni. Quello che io dichiaro in tv non attiene al dibattito parlamentare di oggi. Non ho mai detto che presenterò una legge per tagliare lo stipendio ai deputati, perchè il Parlamento si autogoverna”.

 

Sull’attacco al governo, Crocetta replica: “”Cancelleri dovrebbe imparare che è diverso fare opposizione dal governare. Ci deve essere un rispetto dei ruoli. La mozione di sfiducia io non la temo. Se il governo cadesse e si tornasse alle urne non credo che i grillini avrebbero i voti che hanno avuto”.

 

Sul Muos Crocetta chiarisce di non aver mai sostenuto che l’intero moviemnto è mafioso: “Ho solo poteri amministrativi. Io ho il dovere di essere custode degli interessi della Sicilia ma prima di tutto di obbedire alla legge. Non è il mio governo che ha autorizzato il Muos, è il governo nazionale e il governo regionale precedente”. E in una nota ha aggiunto: “Se qualcuno vuole speculare politicamente può darsi che non sappia che qualche imprenditore in odor di mafia a cui sono stati revocati appalti, sta dentro la protesta sicuramente per finalità diverse all’interno ad un movimento democratico, antimafia e pacifista”.

 

Alla fine si arriva alla votazione sul ddl antiparentopoli: il provvedimento passa con 55 voti favorevoli e tre voti contrari e introduce nuove norme in materia di ineleggibilità e incompatibilità dei deputati regionali. Il Governatore Crocetta ha ringraziato i deputati aprendo a sucessive modifiche del ddl per renderlo più incisivo di quello appena varato. Poi la seduta si chiude per una lunga pausa che si prolungherà fino al 18 settembre. “Ma le Commissioni continuano a lavorare”, ricorda il presidente, Giovanni Ardizzone, quasi a fugare le polemiche sul mese di vacanza dei 90 deputati.

 

Ma per il governatore della Regione, la giornata di oggi conserva, al di là delle critiche e delle contestazioni, una portata storica: “Nel 2013 la tabella H – afferma in una nota Crocetta – quella che erogava contributi a pioggia ad associazioni ed enti senza istruttoria, senza valutazione di congruità di spesa, è stata finalmente abolita. È stato un percorso laborioso perché non è facile sicur introdurre norme innovative ma governo e parlamento ce l’hanno fatta, è prevalsa la volontà di chi vuole fare le riforme e non conservare stato esistente delle cose. Da oggi tutti gli enti meritevoli potranno partecipare ai bandi regionali per la contribuzione e non solo coloro che sono destinatari di una legge esclusiva potranno ricevere finanziamenti, da ora si valuterà la congruità della spesa, la reale esistenza dell’associazione, i risultati che si vogliono raggiungere. Controlli che diventano ancora più precisi in fase di erogazione”.

 

“Il Parlamento siciliano – continua Crocetta – approva altresì legge sulle incompatibilità più severa che esista in Italia e c’è una ratio, la Regione si vuole scrollare di dosso un passato in cui troppe cose sono state permesse, laddove molte spese discrezionali sono state assegnate a diversi parlamentari regionali e alle loro famiglie. Entra il concetto di socio sulle incompatibilità le incompatibilità riguardano anche enti senza finalità di lucro, poiché la legge del 51 non disciplinava tali enti che invece nel corso degli anni hanno assunto una dimensione importante nell’attribuzione della spesa. Si adegua in pratica una legge rimasta quasi immobile per oltre 60 anni. Questa è rivoluzione“. 

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