L’acchianata a Santa Rosalia, i palermitani lasciano alla Santuzza le loro preghiere. FOTO

di Redazione

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L’acchianata a Santa Rosalia, i palermitani lasciano alla Santuzza le loro preghiere. FOTO

| mercoledì 04 Settembre 2013 - 07:46

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PALERMO, 4 SETTEMBRE 2013 – “Santa Rosalia, pensaci tu”. Questa è la preghiera che i palermitani hanno rivolto anche per quest’anno alla Santuzza, arrivati al suo cospetto stremati, sudati, sfiniti ma soprattutto commossi.

Molti sono partiti ieri sera, altri già dalle prime luci del mattino. Superato lo scoglio parcheggio, ed evitato il parcheggiatore abusivo, la cui tariffa per oggi è salita a 5 euro, si inizia la salita.

Durante l’acchianata si sentono fare sempre gli stessi discorsi, si ascoltano gli stessi “sfottò”. C’è chi si ferma per fumarsi una sigaretta, giusto per riprendere fiato, chi si divide un panino con la cioccolata perché “se me lo mangio intero mi appesantisco troppo”, chi si cambia la maglietta perché “sudata pesa più di me”.

C’è chi invece sale da solo in silenzio indossando un paio di sandali fatti con la corda stringendo in mano un piccolo rosario, o chi invece affronta la salita senza né scarpe né calze perché “ha fatto una promessa”.

Tutti però si fermano a guardare Palermo dall’alto, rimanendo quasi incantati. Perché Palermo dall’alto è bellissima, non fa paura. Sembra ferma, silenziosa, immobile. Un porto sicuro che chiamiamo casa. Forse per questo tutti quando si fermano dicono: “Lo vedi? È quel palazzo lì, sulla destra …”.

L’acchianata si affronta senza pensare a quello che c’è alle falde del monte, lasciando i pensieri alla prima curva. Palermo è quasi un ricordo anche se per un bel pezzo ci accompagna. Poi ci sono solo alberi, fichi d’india e tanti aghi di pino. E finalmente si arriva al santuario.

L’emozione è tangibile. È nelle promesse di ogni fedele che ha lasciato un ex voto, un cuscinetto di nascita, una stampella, una fotografia. E nel silenzio Santa Rosalia ascolta tutti, come fa ormai da quasi 900 anni.

 

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