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Un nuovo metodo per raccogliere plastica in mare

ROMA, 17 SETTEMBRE 2013 – Slat Boyan, originario dei Paesi Bassi, è uno studente di 19 anni che ha attirato su di sé gli occhi della comunità scientifica. Il piccolo genio ha infatti sperimentato un metodo per ovviare in gran parte al problema dei rifiuti in mare, soprattutto quelli di plastica.

Il progetto di Boyan si basa su un processo inverso a quello più ovvio, che si racchiude in un “anziché andare a raccogliere i rifiuti, aspettiamo che i rifiuti vengano da noi”; l’idea è quella di sfruttare il fatto che gli oceani si muovano attorno alla terra, aspettando che la plastica, muovendosi da un continente all’altro, si accumuli in dei contenitori.

 

Questi ultimi sono, nello specifico, una sorta di imbarcazioni a forma di manta, in modo da resistere a tutte le condizioni meteo, la plastica verrà poi raccolta nelle “ali” che separano il plancton dalla plastica.

Vi è pure un vantaggio economico in questo progetto: si stima infatti che la quantità di plastica che si possa raccogliere in cinque anni sia approssimativamente di 7,25 milioni di tonnellate, che riciclata e quindi rivenduta, porterebbe un guadagno di 500 milioni di dollari, cifra comunque maggiore rispetto al costo della “manta”.

 

Il progetto è ancora in fase di sviluppo, ma in molti tra matematici, biologi ed esperti del settore stanno contribuendo alla realizzazione.

 

 

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Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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