Tav Toscana, Walter Bellomo arrestato ed espulso dal PD

di Redazione

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Tav Toscana, Walter Bellomo arrestato ed espulso dal PD

| martedì 17 Settembre 2013 - 11:53

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PALERMO, 17 SETTEMBRE 2013 – Il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, d’intesa con la commissione nazionale di Garanzia, come previsto dallo Statuto, ha sospeso Walter Bellomo da tutti gli organismi di partito e dall’albo degli iscritti dopo il suo arresto nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Firenze sulla Tav.

 

“Avendo piena fiducia nella magistratura – dice Lupo – mi auguro che Bellomo possa al più presto dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli vengono contestati”. Il geologo siciliano è finito ieri agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul nodo Tav di Firenze, per presunti illeciti commessi come membro della commissione Via del ministero per l’Ambiente.

 

Nell’inchiesta è coinvolta l’ex presidente dell’Umbria, Maria Rita Lorenzetti.

 

Da anni impegnato in politica, Bellomo ha fatto parte del Pci e poi delle sue diramazioni. Il picco della carriera lo raggiunge nel 1996, quando viene eletto segretario cittadino del Pds, a Palermo. Da allora però il suo percorso nel partito è stato difficile: tornò alla ribalta qualche anno dopo, mettendosi a capo dell’area sinistra ecologista del partito, senza troppo successo, e cercando gloria schierandosi a fianco di alcuni big del Pds-Ds.

 

Non è mai riuscito a strappare una candidatura né all’Assemblea regionale né in Parlamento, per lui solo consulenze, ottenute grazie al partito e alla sua professione di geologo.

 

Il geologo Walter Bellomo, in relazione alle notizie di stampa che lo riguardano, precisa attraverso il suo legale, Enrico Sorgi, che ”l’unica accusa che sostanzialmente mi viene mossa, nella mia qualità di componente della Commissione ministeriale Via, attiene alla redazione di pareri di favore sulla questione dello smaltimento delle terre provenienti dallo scavo della galleria, resi collegialmente dalla stessa Commissione, composta da cinquanta componenti”. ”Si tratta di atti – aggiunge – che io non ho redatto né come referente del progetto, né come membro del gruppo istruttore. Non ho redatto per questo progetto alcuna perizia geologica o ambientale, non ho nessun ruolo nella direzione e nel collaudo dei lavori, non ho avuto alcun incarico che riguardasse tale infrastruttura, né ho mai avuto in tutta la mia vita professionale alcun incarico dalla Coopsette, appaltatrice dei lavori, né in questo né in altri lavori”.

 

”Secondo l’accusa – continua – i pareri favorevoli resi dalla Commissione Via sarebbero stati ricompensati in mio favore da parte della Lorenzetti con utilità varie e in particolare sponsorizzandomi per incarichi di prestigio. E’ appena il caso di precisare che questa impostazione accusatoria è incentrata sulla pretesa illiceità dei pareri – in realtà del tutto corretti – resi dalla Commissione ma non è dato comprendere perché mai tutti i cinquanta componenti di quell’organo collegiale avrebbero dovuto piegarsi a commettere un illecito solo per le mie presunte interferenze indebite”. Quanto ai rapporti con la senatrice Anna Finocchiaro, ”desidero precisare – dice Bellomo – che non ha mai interferito con la mia attività professionale, né tantomeno mi ha mai sollecitato alcun indebito intervento. Sono assolutamente sereno e certo di dimostrare l’insussistenza degli illeciti che mi vengono contestati”.

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