Spara a moglie figlio e si suicida: raptus di follia a Caltagirone

di Redazione

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Spara a moglie figlio e si suicida: raptus di follia a Caltagirone

| mercoledì 02 Ottobre 2013 - 05:24

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Omicidio suicidio a Caltagirone, in provincia di Catania. Gaetano Sortino, panificatore di 67 anni, ha ucciso la moglie con colpi di fucile alla nuca, Concetta Zimone, dopo aver ferito gravemente il figlio e aver mancato la figlia, che è riuscita a nascondersi nella sua stanza. Infine si è suicidato con un colpo di fucile sotto il mento.

CALTAGIRONE (CATANIA), 2 OTTOBRE – Si è consumato un dramma nella serata di ieri a Caltagirone: un panificatore di 67 anni, Gaetano Sortino, ha ucciso con colpi di fucile alla nuca la moglie, Concetta Zimone, di 64 anni, e ferito gravemente al viso il figlio, Giuseppe, di 44 anni, e dopo avere mancato la figlia di 45 anni, riuscita a fuggire alla sua furia omicida, si è suicidato con un colpo della stessa arma fatto esplodere sotto il mento.

È la ricostruzione di una serata di follia esplosa nell’edificio dove viveva la famiglia, in via Svevi 12, nella zona nuova di Caltagirone, dove con anni di duro lavoro aveva realizzato il panificio e la casa d’abitazione in locali attigui. L’uomo da alcuni giorni dava segni di essere in stato confusionale, forse era entrato in crisi depressiva. Ieri sera, senza motivo apparente se non un raptus di follia, ha imbracciato il fucile da caccia e ha esploso un colpo in viso al figlio Giuseppe, mentre questi era sulla porta di casa. Poi ha puntato l’arma contro la figlia 45enne, che è riuscita a sfuggire alla furia omicida del padre scappando e trovando rifugio nella sua stanza. L’uomo è quindi andato a “caccia” della moglie che ha trovato nel panificio, dove le ha esploso diversi colpi alla nuca, freddandola con una tecnica da esecuzione. Infine l’uomo si è suicidato con lo stesso fucile da caccia legalmente detenuto che si è puntato al mento.

 

Il figlio Giuseppe, padre di due bambini, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania, in pericolo di vita. Il colpo di fucile, che l’ha colpito i viso, gli ha provocato lesioni craniche e l’uomo è in coma. La prognosi è riservata. I medici stanno valutando la possibilità di sottoporre l’uomo a un intervento chirurgico per rimuovere i pallini, che hanno colpito l’encefalo e altre parti del colpo. “In questo momento – ha detto il direttore del reparto di Rianimazione dell’ospedale Sergio Pintaudi – il paziente è in neuroprotezione, quindi sedato, perché ha subito un colpo di arma da fuoco a munizionamento multiplo”. “I pallini – ha proseguito Pintaudi – lo hanno raggiunto al capo e ha anche lesioni ad un polso perché lui, in un atteggiamento difensivo, si è coperto con il braccio. Siamo in fase di valutazione. Aspettiamo prossime ore per dire qualcosa di più preciso”.

 

Sul posto è intervenuta la polizia del locale commissariato. Secondo quanto ricostruito da alcuni vicini di casa e da investigatori, Gaetano Sortino da diversi giorni soffriva di evidente stati confusionali accomunati a manie di persecuzione: era convinto di essere seguito da qualcuno che lo influenzava negativamente. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Anna Andreatta.

 

“Sono incredulo e sgomento per una strage avvenuta senza un perché che ha falcidiato una famiglia di onesti ed apprezzati lavoratori e determinato nella nostra città sentimenti di profonda tristezza”. Lo ha affermato il sindaco di Caltagirone Nicola Bonanno. “Oggi Caltagirone si è svegliata duramente provata per un gravissimo fatto di sangue – ha aggiunto Bonanno – di fronte al quale ciascuno di noi è chiamato a fermarsi e riflettere. Sono vicino ai superstiti di questa tragedia e ai parenti delle vittime. In queste ore il mio pensiero va, in particolare, al povero, incolpevole Giuseppe, che lotta fra la vita e la morte, con la speranza che le sue condizioni possano al più presto migliorare”.

 

Dolore e attenzione della comunità ecclesiale ai familiare vittime del folle gesto. Sulla tragedia è intervenuto anche il vescovo di Caltagirone, Mons. Calogero Peri: “È un fatto che ci lascia attoniti e sgomenti. Saranno le autorità e i periti a fare chiarezza sulla vicenda. Vorrei richiamare tutti, in questo momento, a stringerci in preghiera per questa famiglia devastata, per la figlia e soprattutto per il figlio, Giuseppe, le cui gravi condizioni ci preoccupano”.

“Non possiamo sapere – prosegue Mons. Peri – se questa fosse una tragedia evitabile. È certo che ogni giorno siamo tutti chiamati a custodire la nostra vita e quella di chi ci sta accanto, chiunque esso sia, nella logica del dono, della cura, dell’amore, della speranza, dell’accoglienza, dell’attenzione per evitare che le delusioni, i problemi, i silenzi sfocino in simili funesti eventi che deturpano il volto dei singoli e della comunità”.

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