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Revoca del 41 bis per Provenzano | La Direzione nazionale antimafia non si oppone

Revoca del 41 bis per il boss Bernardo Provenzano. Anche la Direzione nazionale antimafia apre a questa possibilità. Davanti al tribunale di sorveglianza di Roma, che deve decidere sull’istanza di revoca presentata dai legali del boss, il pm Gianfranco Donadio ha sollecitato una nuova perizia medica sulle condizioni di salute di Provenzano e, in subordine, ha chiesto l’accoglimento della richiesta dei legali del padrino di Corleone.

I legali di Provenzano, gli avvocati Rosalba di Gregorio e Maria Brucale, a sostegno della loro richiesta avevano depositato l’ultima perizia sulle condizioni del boss, fatta su input del gip di Palermo nel procedimento sulla trattativa Stato-mafia. Nella relazione i periti diagnosticavano “disabilità motoria e cognitiva tali da non consentire a Provenzano alcuna partecipazione al processo in termini coscienti”.

Donadio ha chiesto nuovi accertamenti per capire se l’incapacità di cui i periti parlano è relativa e riguarda solo la partecipazione al processo o è assoluta e ”quindi inficia tutta la sfera cognitiva del boss”: poi in subordine il magistrato si è associato all’istanza dei legali: una novità per la Dna che si è sempre detta contraria alla revoca del carcere duro. Nei mesi scorsi, infatti, mentre i pm di Firenze, Palermo e Caltanissetta si erano detti favorevoli a fare cessare il 41 bis per il capomafia, la Direzione nazionale aveva espresso parere negativo sostenendo che Provenzano è ancora capace di mandare messaggi all’esterno e quindi resta un soggetto pericoloso, requisito che la legge richiede per il mantenimento del regime detentivo speciale. La Direzione nazionale antimafia non si è opposta al procedimento di revoca del regime carcerario duro nei confronti del boss mafioso Bernardo Provenzano.

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