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Alfaniani o Berlusconiani, è questo il dilemma | È tempo di dialogo all’interno del Pdl

Frattura, correnti, fazioni, sono da sempre concetti che in politica sono stati utilizzati soprattutto per descrivere le dinamiche interne del Partito democratico, da anni ormai alla mercé di personaggi di volta in volta di spicco, nomi estratti dalle urne delle primarie o dai polverosi congressi dei big. Ma le discussioni parlamentari sulla fiducia al Governo Letta e la decadenza di Silvio Berlusconi hanno trasferito l’uso del vocabolario sulla rottura e sulla polemica anche al dibattito interno al Popolo delle libertà, con gli “alfaniani” contrapposti ai “lealisti” berlusconiani. Come si dice in Sicilia in questi casi, sembravano “essersi rotti i telefoni”.

Ieri, però, proprio il presidente del Pdl, Silvio Berlusconi, ha provato a riaprire il dialogo: “Basta con le polemiche improduttive”, ha detto il Cavaliere. “Sulle agenzie di stampa – ha continuato – leggo troppe dichiarazioni di troppi esponenti del Pdl. E invito tutti a non proseguire in questa direzione del tutto improduttiva. Le diverse opinioni si debbono confrontare non sulle agenzie di stampa e sui giornali ma attraverso una serena dialettica all’interno dei luoghi delegati del nostro movimento”. Immediata la risposta del segretario nazionale del partito, il “delfino” Angelino Alfano, che ha afferrato la mano tesa del leader: “Sono pienamente d’accordo con il presidente Silvio Berlusconi. Stop all’alluvione di agenzie per addetti ai lavori. Bisogna cambiare luoghi e toni della dialettica del nostro movimento”.

Ma proprio il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano era stato indicato nei giorni della fiducia come il “Bruto” della situazione, colui il quale aveva tentato di spodestare il Cavaliere nel momento in cui era più debole. “Non c’è nessuna frattura – dice la senatrice del Pdl Simona Vicari, da sempre una delle più vicine all’ex premier – siamo tutti consapevoli che Berlusconi è fondamentale per l’unità del nostro partito. E nessuno ha tentato di buttarlo giù dalla torre. Nei giorni del dibattito sulla fiducia si è fatto soltanto un ragionamento di responsabilità per mantenere in vita un governo che serve per portare l’Italia fuori da una crisi economica e sociale che dura ormai da troppo tempo. E lo stesso presidente alla fine se n’è reso conto”.

“Credo piuttosto – prosegue Vicari – che dietro i ‘falchi’ e i cosiddetti ‘lealisti’ ci siano piuttosto coloro i quali tentano di scalare i vertici del partito. È tutto ed esclusivamente un ragionamento legato alla gestione del potere”.

“L’iniziativa di Alfano – dice il deputato Giuseppe Castiglione, coordinatore del Pdl in Sicilia – è stato un grande gesto di responsabilità nei confronti del Paese. C’è un forte ancoraggio del nostro segretario all’elettorato del Pdl che ci ha dato il mandato di governare in un Esecutivo di larghe intese”.

In Sicilia, la maggior parte degli esponenti del Popolo delle libertà ha manifestato il proprio sostegno al segretario Alfano, ma spera anche in una riapertura del dialogo interno al partito. “È giusto confrontarsi e farlo nei luoghi appropriati come chiedono i leader e non sulle pagine dei giornali – dice Nino D’Asero, capogruppo del Pdl all’Assemblea regionale siciliana – ma se non si ritrovano le ragioni dello stare insieme, ragioni di condivisione, allora si può anche pensare di percorrere strade diverse”.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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