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L’accordo in Usa sul bilancio|La prova di forza di Obama sul Tea Party

L’intesa al Senato del Congresso degli Stati Uniti d’America è arrivata ieri dopo alti e bassi e ad appena undici ore dal default del Tesoro di Stato. Un accordo arrivato sul filo del rasoio, che fa vedere subito i suoi benefici con un balzo di Wall Street di 200 punti. E che di certo ha fatto respirare a pieni polmoni Barack Obama, vincitore di un braccio di ferro contro il Tea Party, area più estremista dei repubblicani, già nota per l’utilizzo facile del diritto di veto in Parlamento.

Il bandolo della matassa in realtà è stato – ancora una volta – la riforma sanitaria: l’unico risultato reale del governo Obama, obiettivo per cui il presidente si è battuto in Congresso anche contro i suoi, non riesce ad essere accettato dagli avversari politici. Stavolta però i Repubblicani hanno dovuto fronteggiare un “nemico” nuovo, inaspettato: i propri elettori. Degli elettori stanchi di un partito incapace, negli ultimi anni, di dare una sferzata alle politiche poco edificanti e a volte deludenti dei leader repubblicani.

Seppur in extremis, ad uscirne a testa alta è Barack Obama, capace di vedere nel cuore del problema e di dare l’affondo agli avversari ricordando che l’ala repubblicana del Senato è evidentemente spaccata. Ma il presidente degli Stati uniti non può certo fermarsi: l’accordo c’è, il lavoro da fare pure e gli incontri internazionali anche. Il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta volerà infatti a New York per un incontro bilaterale nello Studio Ovale: “Capisco Obama”, ha dichiarato il premier “Anche io ho i miei problemi: non è facile raggiungere accordi politici”.

Alessia Bellomo

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Alessia Bellomo
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