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Savona: “Voglio querelarli” | Ma i Drs ribattono: “Siamo stati molto corretti”

Dopo avere abbandonato il gruppo dei Drs all’Ars in seguito alle polemiche scatenate dal gesto del governatore Rosario Crocetta che lo aveva invitato a lasciare il congresso del partito perché “sgradito” per via di alcune intercettazioni della Dia risalenti a tre anni fa, Riccardo Savona, passa al contrattacco. Il deputato regionale, mai indagato per quelle telefonate al “re dell’eolico” Vito Nicastri arrestato anni dopo, in una nota si difende citando invece le indagini che coinvolgono alcuni esponenti dei Drs.

“Sono un deputato eletto con ampio consenso popolare, da quattro legislature, e non permetto a nessun reduce della Prima Repubblica, travestito da vergine, di suggerirmi quale dovrebbe essere la condotta che sarei tenuto ad osservare“, scrive Savona, che oggi si è iscritto al gruppo Misto dell’Ars. “Con studiata malafede, in questi giorni, qualcuno ha fatto appello ad un ‘codice deontologico fortissimo’, che impedirebbe alla mia persona di partecipare all’attività politica di un partito al quale non ho mai pensato neanche lontanamente di aderire”, afferma Savona. “Chi pronunzia queste frasi è destinatario, da parte della Procura di Caltanissetta, della contestazione dell’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla gestione di appalti pubblici”, aggiunge, facendo riferimento all’indagine in cui fu coinvolto Totò Cardinale, presidente onorario dei Drs e tra i fondatori del Pd. “Ma, pur essendone venuto a conoscenza dalla lettura dei giornali – prosegue Savona – che ampiamente hanno dato risalto alla notizia, non ho mai fatto appello al ‘codice deontologico’ quando questa persona ha frequentato, anche molto di recente, la mia segreteria”.

E continua: “Se avessi dovuto fare appello al ‘codice deontologico’, non avrei potuto aderire neanche al gruppo dei Drs: avrei dovuto, al contrario, prendere le distanze da chi è stato indagato per lo scandalo delle ‘promozioni facili’ al Comune di Catania , ovvero non avrei potuto sedere accanto a chi è indagato per ‘simulazione di reato e calunnia aggravata’ (il capogruppo Drs Giuseppe Picciolo, n.d.r)“. “Ma non ho chiesto il rispetto di alcun ‘codice deontologico’ per farne un uso distorto e strumentale, come si è preteso di fare rispetto al mio ‘caso’, che, ribadisco, non esiste”, sottolinea Savona.

“Ho dato mandato ai miei legali di promuovere immediate azioni civili e penali nei confronti di chi ha voluto farmi apparire come oggetto di indagini in corso – conclude – niente poco di meno che per aver fatto affari con la mafia ed addirittura con Matteo Messina Denaro. Di affermazioni così gravi, chi le ha pronunziate e chi ci ha marciato sopra, risponderà davanti ad un giudice”.

Immediata la risposta dei Drs: “Le notizie di presunti coinvolgimenti in fatti di giustizia dell’onorevole Salvatore Cardinale o di altri deputati del gruppo dei Drs riguardano avvenimenti abbondantemente chiariti innanzi alla magistratura e di cui gli stessi interessati hanno dato notizie dettagliate agli organi di informazione senza nulla da nascondere e taluno anche auto-sospendendosi dagli incarichi di partito in quel tempo ricoperti”.

“Riguardo alla presunta stesura di un codice deontologico particolarmente severo per impedirne l’iscrizione al movimento – è quanto si legge in una nota – rassicuriamo l’onorevole Savona che un siffatto pensiero non ci è mai neanche passato per la mente. Ed è facile trovarne la prova leggendo l’atto costitutivo del movimento e i suoi allegati sottoscritti da tutti i deputati facenti parte del gruppo, e peraltro resi di dominio pubblico a Messina alla vigilia della competizione elettorale comunale ultima scorsa. Duole constatare pertanto che comportamenti lineari, responsabili e rispettosi delle regole e degli iscritti al movimento vengano cosi bassamente utilizzati al fini strumentali”. “Abbiamo avuto ed abbiamo considerazione e rispetto per la posizione e per le scelte dell’onorevole Savona a cui assicuriamo, nonostante le provocazioni che riteniamo assolutamente chiarite per quanto riguarda questa vicenda in modo definitivo – conclude la nota – che non siamo interessati alla prosecuzione di polemiche di qualunque natura e tipo. Solo il tempo e la nostra correttezza ci daranno ragione”.

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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